Cronache

Napoli, metrò da comiche Troppo grandi i treni nuovi

Gli innovativi convogli della linea 6 non possono essere calati sui binari. Soluzione? I mezzi di Italia '90

La fermata "Toledo" della metropolitana di Napoli
La fermata "Toledo" della metropolitana di Napoli

Napoli - E vai a capire, ora, chi è che ha sbagliato i calcoli: i progettisti o i direttori dei lavori? Perché la differenza non è di qualche centimetro ma di ben 14 metri. Dai 25 dei vecchi treni ai 39 dei nuovi, previsti dal contratto. E vai a capire, ora, chi è che si prenderà la briga di spiegare ai napoletani che la nuova metropolitana, costata un centinaio di milioni di euro, non potrà impiegare i convogli di ultima generazione perché non possono essere calati sui binari, con le gru, dall'unico foro disponibile che è largo, appunto, 27 metri.

È quasi una maledizione quella che sta colpendo il settore dei trasporti a Napoli e l'azienda partecipata del Comune, l'Anm, che gestisce sia il ferro che la gomma. Da una manciata di giorni, la società è stata ammessa al concordato preventivo per provare a evitare un crac che avrebbe conseguenze devastanti non solo sull'immagine dell'amministrazione del sindaco Luigi de Magistris, già di per sé non proprio brillante, ma soprattutto sulla vita di centinaia e centinaia di lavoratori che perderebbero lo stipendio. A oggi, l'Anm conta qualcosa come 200 milioni di euro di deficit e tutta una serie di conflitti sindacali e dirigenziali quasi impossibili da risolvere. Tensioni che partono dagli assurdi superminimi da 100mila euro pagati ai semplici funzionari, nonostante le casse quasi vuote, e finiscono con l'altissima percentuale di assenteismo tra i dipendenti, che barano spesso e volentieri coi certificati di malattia, passando per l'obsolescenza dei bus vecchi di quasi venti anni, in alcuni casi, che sono un rischio per chi li porta e per chi li frequenta da utente.

L'ultimo infortunio però è quasi fantozziano, e riguarda la linea 6 della Metropolitana che, l'anno prossimo, dovrebbe aprire i battenti con l'inaugurazione di due fermate: Arco Mirelli e Piazza San Pasquale. Entrambe a Chiaia, nel salotto buono della città. Costo un centinaio di milioni, e sei anni di lavori. Peccato però che nessuno si sia accorto che i convogli da 39 metri, che dovrebbero collegare il centro con l'area occidentale della città, siano troppo lunghi per essere calati con le gru sui binari del capolinea. Possibile che nessuno abbia dato uno sguardo alle carte? Sì, possibile. Anzi sicuro considerato che i tecnici hanno dovuto trovare un escamotage per non alzare proprio bandiera bianca e decretare il fallimento totale del progetto. Come ha raccontato il quotidiano Il Mattino, saranno utilizzati i convogli da 25 metri, quelli comprati in vista dei mondiali di calcio di Italia 90. Roba di trent'anni fa che, ovviamente, esporrà l'Anm al più classico dei problemi: i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. I pezzi di ricambio, strano ma vero, dopo così tanto tempo non si trovano più, e quelli che ci sono in giro costano un botto. E se bisogna fare una revisione a un mezzo, è necessario portare prima fuori circuito e poi caricare il convoglio su un camion e trasferirlo nell'officina dell'azienda alla modica cifra di 40mila euro a viaggio. Conveniente, eh? Ci sarebbe anche un altro sistema, volendo proprio essere ottimisti: costruire un parcheggio a raso, nel quartiere di Bagnoli, a una decina di chilometri dalle stazioni, dove posizionare sui binari i nuovi convogli, quelli da 39 metri, e creare una bretella di collegamento con la linea 6. Tempo minimo di realizzazione: altri cinque anni.

E altri soldi che proprio non ci sono.

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