Napoli, sindaco e violenti imbavagliano Salvini

Dopo la protesta degli antagonisti, negata la sala al leghista. Lui: «Vado lo stesso». E il Viminale lo difende

Napoli, sindaco e violenti imbavagliano Salvini

Diventa un caso nazionale la visita di quest'oggi di Matteo Salvini a Napoli. Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha ordinato al prefetto del capoluogo di assicurare «il diritto costituzionalmente garantito» del leader della Lega a «tenere la manifestazione programmata» presso il PalaCongressi della Mostra d'Oltremare dopo che il management della società comunale ha deciso (e ha comunicato che non farà dietrofront sino a quando non arriverà un ordine ufficiale della prefettura) di revocare l'autorizzazione concessa in un primo momento.

Minniti «batte» de Magistris, dunque. Il sindaco di Napoli non aveva mai fatto mistero di voler impedire con tutti i mezzi la convention. «Non abbiamo bisogno di chi sparge odio e violenze - ha detto il primo cittadino - la Lega non è il nuovo, ha governato per anni e vi invito a vedere le leggi che hanno approvato». Infine l'affondo: «Loro vogliono che i soldi vadano in una sola direzione: il Centro Nord. Noi, vogliamo un'Italia e una Europa unita nelle diversità». Immediata la replica dell'europarlamentare: «Pazzesco. A Napoli non comanda lo Stato, ma i centri sociali? Vogliono impedirmi di fare un incontro pubblico, con migliaia di persone già prenotate, costringendo la Fiera a disdire il contratto. Il problema di Napoli sono i leghisti, non clandestini e camorristi?», scrive su Facebook. «Sindaco, questore, prefetto e governo, non dite niente? Intellettuali, buonisti, democratici e pacifisti, non dite niente? Domani (oggi, ndr) a Napoli ci sarò, come previsto, alle 17 alla Mostra d'Oltremare. La Libertà prima di tutto. Vi aspetto, con il sorriso». Le contromisure degli antagonisti e delle reti antirazziste sono già pronte. È previsto infatti un corteo che si snoderà in città in contemporanea con il comizio di Salvini a cui parteciperà lo stesso sindaco.

La polemica è scoppiata nel pomeriggio di ieri quando il consigliere delegato della Mostra d'Oltremare Giuseppe Oliviero ha comunicato la decisione dell'ente fieristico di rescindere il contratto siglato con i promotori dell'appuntamento politico. «Alla luce dei fatti emersi oggi - ha detto - e che non potevamo prevedere, e considerato che c'erano le avvisaglie accadesse di peggio, abbiamo preferito rinunciare a 11mila euro che restituiremo piuttosto che averne 300mila di danni». In particolare, Oliviero spiega che «abbiamo voluto tutelare Droni in mostra, manifestazione che si svolgerà regolarmente. Ha prevalso la logica del minor danno». Poi è arrivato il diktat del titolare del Viminale. Gli antagonisti hanno diversificato le operazioni di contestazione.

Il Movimento Neoborbonico ha deciso di creare una suoneria per cellulare con pernacchio ispirata a Eduardo de Filippo in una delle scene più famose de L'oro di Napoli, il film tratto dall'omonimo libro di Giuseppe Marotta. Per l'occasione, un gruppo di artisti ha scritto invece il brano Gente do Sud «contro le politiche antimeridionali e antirazziste di Salvini e della Lega».

Il leader padano criticato, a sorpresa, anche dall'ex governatore della Campania, Stefano Caldoro: «È bene che continui a fare politica al Nord ha affermato l'esponente di centrodestra, prendendo però le distanze dai violenti continui a prendere consensi al Nord, al Sud non ha proprio ragioni, c'è una contraddizione». Intanto, la città è blindata.

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