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Napolitano ci ripensa: "Fiducia al Rosatellum, ma restano i problemi"

L'ex Capo di Stato ora dice sì alla fiducia sul Rosatellum: "Ma per sostenere Gentiloni e la stabilità"

Napolitano ci ripensa: "Fiducia al Rosatellum, ma restano i problemi"

Sì alla fiducia sul Rosatellum, ma nella legge elettorale restano delle criticità. Ne è convinto Giorgio Napolitano che, dopo aver duramente criticato la riforma - e la scelta del governo di mettere la fiducia - quando era alla Camera, prende la parola da seduto dal suo scranno in Senato.

"Mi pronuncio per la fiducia al governo Gentiloni, per salvaguardare il valore della stabilità, per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità nell'azione per la riforme e per una più coerente integrazione europea, e per sostenere scelte del presidente del Consiglio fondate sulle prerogative attribuitegli dalla Costituzione", ha detto l'ex presidente della Repubblica sgombrando subito il campo da eventuali accuse di voler affossare la legge, "Singolare e sommamente improprio ho giudicato il fare pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse l'intangibilitrà della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti"".

"Si può far valere l'indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida del Parlamento fino a comprimerne drasticamente ruolo e diritti sia dell'istituzione sia dei singoli deputati e senatori?", ha poi aggiunto l'ex Capo dello Stato sottolineando i suoi dubbi sul ricorso alla fiducia.

E ha spiegato le sue perplessità sulla legge stessa, a partire dalla "inemendabilità della proposta di nuova legge elettorale". "Siamo sicuri che quella ora in votazione abbia un fondamento sufficientemente solido da proiettarsi in un orizzonte di ragionevole durata", ha detto Napolitano aggiungendo che auspicava però una modifica riguaro l'indicazione del capo della forza politica e "soprattutto del capo della coalizione" perché poteva scaturire equvoci "sul piano degli equilibri costituzionali, adombrando un'elezione diretta del presidente del Consiglio".

Napolitano non era però presente in Aula durante il primo voto di fiducia. Il che non gli ha risparmiato gli attacchi da parte del M5S. "Napolitano in aula al Senato rispetto alla vergogna della legge elettorale dei nominati ha appena detto: Gentiloni ha subito forti pressioni", ha scritto Alessandro Di Battista su Facebook, "Troppo comodo e vigliacco, come ha detto Paola Taverna, dire il peccato e non il peccatore. Napolitano se ha un minimo di dignità ci dica chi ha fatto queste pressioni sul Presidente del Consiglio per imporre la fiducia e distruggere la democrazia in questo Paese.

Dopo 64 anni in Parlamento un briciolo di coraggio sarebbe un obbligo Presidente Napolitano!".

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