Beppe Angiolini, imprenditore ed ex presidente della Camera Nazionale dei Fashion Buyer, che danno vi porta l'illegalità diffusa sulle spiagge?
«A livello umano le storie di questi ragazzi che vendono in spiaggia ci toccano molto, ma per quanto possiamo essere permissivi e affettuosi il problema esiste. Lavoriamo per mesi, paghiamo tasse e abbiamo oneri di gestione enormi e quindi per noi è un grosso problema».
Quali provvedimenti si dovrebbero adottare?
«Bisognerebbe risolvere il problema alla radice. Ci sono negozi e laboratori abusivi che producono merce contraffatta. Più che punire il poveretto che vende in spiaggia io andrei alla fonte, a quel circuito organizzato che danneggia tutto il settore».
Da anni una leggenda metropolitana racconta che le grandi griffe abbiano una sorta di mercato parallelo da spiaggia che porta comunque pubblicità. C'è del vero?
«Assolutamente no, è solo leggenda.
Un'azienda importante che lavora mesi su collezioni e fa un lavoro enorme di ricerca, struttura, modelli e collezioni che interesse avrebbe? Ha solo danni dal mercato illegale. Chiaro, se un prodotto è bello viene copiato, ma questo è tutto un altro discorso».
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