"Negli Usa cresce la cultura dell'assassinio. Ci sono omicidi mirati legati all'ideologia"

L'ex agente Fbi James A. Gagliano: "Triste chi inneggia al killer di Kirk"

"Negli Usa cresce la cultura dell'assassinio. Ci sono omicidi mirati legati all'ideologia"
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"Negli Stati Uniti la cultura dell'assassinio sta crescendo, sta diventando un meme, un fattore culturale, sociale, di linguaggio, ad alto rischio di emulazione".

James A. Gagliano è un ex agente speciale dell'Fbi, per 25 anni membro delle squadre d'élite antiterrorismo. In pensione, oggi è anche analista della Cnn. Risponde al Giornale dallo Stato di New York.

Cosa intende per cultura dell'assassinio?

"Omicidi mirati legati all'ideologia. Dal 2020, dagli scontri del movimento Black Lives Matters e degli Antifa, assistiamo a una discesa dell'America verso una certa forma di tolleranza del crimine, quando quel crimine è commesso nel nome di un'ideologia giusta. Anche per questo le nostre città sono diventate meno sicure. C'è un clima di indulgenza nei confronti di chi viola la legge con l'intento di promuovere dei valori considerati buoni, e una tendenza a demonizzare le forze dell'ordine".

Negli Usa vediamo che sui social si inneggia al killer di Kirk, ma anche per esempio a Luigi Mangione, che uccise nel dicembre 2024 il Ceo di un colosso di assicurazioni sanitarie. Perché?

"È triste e disgustoso, tutto questo non rappresenta ciò che siamo come nazione. Si tratta di persone che esaltano gli atti criminali se ne condividono la motivazione. Anche i fratelli Menendez, per esempio, godono di un grande seguito, così come Mangione. La cultura dell'assassinio si basa su un assolutismo morale che si fonde con un profondo rancore e con un'ideologia intransigente. È in parte anche il motivo per cui un giovane ha tentato di assassinare il Presidente Trump nel luglio 2024".

C'è un problema di linguaggio d'odio negli Stati Uniti?

"Come sostenitore assoluto della libertà di espressione e agente dell'Fbi da 25 anni, non sono mai stato d'accordo con chi vuole limitare il linguaggio per legge. Ho servito nell'esercito degli Stati Uniti per proteggere e difendere non solo i discorsi con cui sono d'accordo, ma anche quelli che aborro. Non possiamo e non dobbiamo controllare il pensiero. Che è esattamente l'obiettivo dei crimini d'odio. Le nostre leggi sono già sufficienti per applicare pene appropriate per questi reati, senza dover entrare nel merito delle idee di chi li ha commessi".

Il direttore dell'Fbi, Kash Patel, è stato molto criticato, anche nel caso Kirk. Come è cambiata l'Fbi sotto Trump?

"Patel ha commesso un errore annunciando prematuramente l'arresto di un sospettato. Per quanto riguarda Trump, l'Fbi esiste da 117 anni, abbiamo attraversato cambiamenti radicali nella nostra missione. Sopravviveremo anche a questo, come siamo sopravvissuti a tutte le presidenze. Rimango fiducioso che l'Ufficio continuerà a rimanere fedele alla sua missione e al suo motto: fedeltà, coraggio, integrità".

Ci aiuti a capire: le parole incise sui bossoli dell'assassino di Kirk - Bella Ciao, Hey fascista, beccati questa - che significato hanno esattamente negli Usa?

"Mio nonno, Saverio Gagliano, fuggì dalla Sicilia prima che iniziasse la Seconda Guerra Mondiale, conosco il significato storico di quelle parole. Ma negli Stati Uniti, le persone di sinistra usano il termine fascista ormai come un qualunque insulto generico. Non ha più il significato storico che dovrebbe avere. È uno slogan pigro. Ma la retorica esagerata ed esasperata della sinistra politica ha probabilmente ispirato l'assassinio politico di Charlie Kirk. Le incisioni e i simboli sui bossoli dell'assassino rendevano omaggio a frasi anti-fasciste.

Solo che Kirk non era un fascista. Tuttavia, la sinistra americana e i media mainstream lo hanno descritto come tale. E così un giovane instabile ha ucciso un uomo di 31 anni, sposato e padre di due figli. Eccola, la cultura dell'assassinio".

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