Coronavirus

Ma nei due aeroporti già arrivati in 60mila: il rebus dei controlli sulla bomba sanitaria

L'Italia rischia una seconda ondata epidemica a causa del ritardo nei controlli di chi arriva dai Paesi extra Schengen

Ma nei due aeroporti già arrivati in 60mila: il rebus dei controlli sulla bomba sanitaria

L'Italia rischia una seconda ondata epidemica a causa del ritardo nei controlli di chi arriva dai Paesi extra Schengen. Secondo un rapido calcolo sono almeno 60mila le persone atterrate sul territorio nazionale con voli sui due più grandi scali, ovvero quelli di Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Attualmente nell'aeroporto della Capitale arrivano circa 120 voli al giorno, di cui una quindicina provenienti da nazioni fuori dall'area Schengen. I passeggeri appartenenti a questa categoria sono circa 2mila nell'arco delle 24 ore.

La prima segnalazione di persone arrivate da fuori Italia che non rispettavano l'imposizione della quarantena risale al 17 giugno, quando un cittadino del Bangladesh segnalò in forma anonima che due connazionali, che vivevano in casa con altre 12 persone, erano usciti di casa per andare a lavorare in un ristorante e da un fioraio, non rispettando la quarantena imposta a chi arriva dall'estero. Solo in quel momento si capì che grazie alla totale indifferenza rispetto al problema del presidente della Regione Nicola Zingaretti, potenziali portatori di Covid avrebbero potuto infettare i cittadini romani.

Da quel momento in poi, ma già da molti giorni prima, sono atterrate tantissime persone. A Malpensa almeno 20mila, visto che da un rapido calcolo ci sono almeno 9 voli in arrivo al giorno sullo scalo milanese, con una media di 150 passeggeri ciascuno. Le precauzioni, da parte degli aeroporti, vengono prese, visto che i controlli avvengono attraverso il termoscanner (Fiumicino ne ha 100 in dotazione) di ultima generazione, come gli Smart Helmet, per la misurazione della temperatura corporea anche a una distanza di 7 metri. Chi ha sopra i 37.5 viene sottoposto a ulteriori verifiche dalla parte sanitaria, che procede all'effettuazione del tampone.

Tutti gli altri possono andarsene, ma con l'obbligo di quarantena per 15 giorni. Solo che fino al caso dei cittadini del Bangladesh i controlli erano stati pochi e potenzialmente quelle oltre 60mila persone hanno potuto girare liberamente sul territorio nazionale. Pensate a gente che arriva da Timisoara, Tel Aviv, Istanbul, Bacau, Sofia, Tirana, Minsk, Doha e Londra. Ma anche da moltissime altre località. Se gli italiani finora hanno rispettato le regole riuscendo ad arginare il virus quanto più possibile, oggi potrebbero trovarsi in una situazione tale per cui gente asintomatica che ha violato l'imposizione della quarantena potrebbe infettarli e sottoporli al rischio di una nuova diffusione. Una paura che sta aleggiando soprattutto nella Capitale, dove le cronache già parlano di nuovi focolai e persone risultate positive ai test di rilevamento del Covid-19. Peraltro, agli arrivati in aereo si aggiungono i numerosi migranti che sbarcano sulle coste della Sicilia, molti dei quali fuggono e coloro che dal Nord arrivano in auto attraverso i confini terrestri. Insomma, una situazione fuori controllo, soprattutto al centro/sud, dove il pressappochismo di chi avrebbe dovuto attuare i controlli ha portato a nuovi focolai, con gente del Bangladesh ora ospitata in tre diversi hotel romani, destinati ai malati di Covid, a completo carico del contribuente.

Oltre al danno, quindi, anche la beffa per i cittadini italiani che negli scorsi mesi hanno già dovuto sopportare il peso di restrizioni importanti e che ora si trovano a fare i conti con l'incompetenza di chi ancora non sa gestire l'emergenza.

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