Nei guai l'accusatore della Santanchè

La casa di Zeno a Lugano messa all'asta per i debiti accumulati con banche e fisco

Nei guai l'accusatore della Santanchè
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È il grande accusatore di Daniela Santanchè, l'uomo che ha fatto finire sotto processo il ministro del Turismo accusandola di aver malgestito le società del gruppo Visibilia. Ora si scopre che Giuseppe Zeno, «finanziere partito da Torre del Greco che ora risiede alle Bahamas» (come l'ha definito la Santanchè) nella gestione dei propri affari non è stato immune da inciampi. Ieri il Corriere del Ticino rivela che una abitazione svizzera di Zeno è finita all'asta, sotto l'onda dei debiti accumulati dal finanziere non solo nei confronti della banca che aveva ipotecato l'appartamento ma anche del fisco e persino dei condòmini che - esasperati dai ritardi nei pagamenti - si sono rivolti al tribunale.

L'appartamento di Zeno occupa parte del quarto piano di uno stabile signorile affacciato sul lago di Lugano. Secondo il Corriere del Ticino, da queste parti il finanziere è di casa, a dispetto della residenza nei Caraibi. Dal quartiere generale svizzero, Zeno ha condotto la sua personale battaglia contro la Santanchè, seppellendola di denunce e riuscendo alla fine a portarla sul banco degli imputati. Forse troppo impegnato nella sua crociata, si è però dimenticato di onorare i suoi impegni sia verso un istituto di credito ticinese (verosimilmente quello che aveva finanziato l'acquisto della casa, visto che si parla di un mutuo ipotecario), sia verso l'amministrazione condominiale sia verso il Comune di Lugano e il Canton Ticino, che hanno lamentato il mancato pagamento di imposte locali fin dal 2017. Così si è arrivati alla vendita all'asta dell'appartamento, stimato 357mila franchi svizzeri (circa 381mila euro), battuta venerdì alle 14 nella «sala incanti» del Palazzo di giustizia luganese. Ad aggiudicarsi l'appartamento è stata la banca creditrice, con disappunto dei condomini. «Nella sala incanti - racconta il Corriere - cala il gelo e la delegazione dei creditori se ne va con l'amaro in bocca: la cifra battuta non basta a coprire i debiti con l'amministrazione condominiale». «L'unica cosa certa - commenta un condomino al cronista - è che a rimetterci di tasca nostra siamo noi, che non abbiamo alcuna colpa».

Il nome di Zeno e la sua lunga querelle con la Santanchè sono tornati d'attualità nei giorni scorsi, quando si è scoperto che il finanziere ha ottenuto il rinvio a giudizio del ministro per diffamazione: Zeno aveva sporto querela per le affermazioni sul suo conto contenute nell'informativa letta in Senato dalla Santanchè su richiesta di alcuni esponenti delle opposizioni. Sia la Procura generale che il giudice Alfonso Sabella hanno ritenuto che le dichiarazioni del ministro, anche se rese nell'aula di Palazzo Madama, non siano coperte dall'immunità parlamentare. Ma su questa scelta della magistratura si sono accentrate le critiche non solo dei legali del ministro ma anche di esponenti politici come Enrico Costa che ha definito «sorprendente» il fatto che il Senato non sia stato nemmeno interpellato sulla natura (istituzionale o privata?) del discorso del ministro.

Ora arriva la notizia delle grane di Zeno davanti alla giustizia elvetica. Tutto, dice Zeno al Giornale, nasce da «una questione contro il condominio di parecchi anni fa nella quale poi si e inserita una banca.

Quel che posso dirle è che ci sono una valanga di denunce, cause, ricorsi, reclami a corti superiori e diffide, vari giudici di prima istanza, appelli e cose varie. Insomma una casino incredibile. Per questo non ho la cognizione chiara».

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