Politica

Nel mirino dei terroristi libertà, divertimento e gioia di vivere

Dai simboli del potere economico, politico e militare (11 Settembre) i terroristi hanno iniziato a prendere di mira le nostre abitudini di tutti i giorni: la musica, lo sport, bar e ristoranti

Il Bataclan di Parigi preso di mira dai terroristi
Il Bataclan di Parigi preso di mira dai terroristi

L'undici Settembre 2001 furono colpiti i simboli del capitalismo e del potere militare americano. I terroristi tentarono il colpaccio anche contro il potere politico (Casa Bianca) senza però riuscirvi.

Nel gennaio di quest'anno l'attacco è stato sferrato alla libertà di pensiero e di critica, con il massacro nella redazione di Charlie Hebdo. Molti si mobilitarono, sventolando lo slogan "Je suis Charlie", altri storsero la bocca, sottolineando che quel giornale era troppo offensivo. Insomma, se l'era cercata. Non si rendevano conto che, al di là di tutto, c'è (ci deve essere) un limite al risentimento.

Il 18 marzo di quest'anno il cancro del fondamentalismo di matrice islamica ha preso di mira la cultura (il Museo del Bardo). Sventagliate di mitra contro decine di persone, "colpevoli" di essere occidentali. Sotto attacco, in quell'occasione, c'era anche un Paese, la Tunisia, che a fatica cercava - e cerca - la strada della normalità, scansando con il voto democratico gli intransigenti e i violenti.

Nell'assalto di Parigi sono stati presi di mira altri simboli: la musica (Bataclan), lo sport (la partita allo Stade de France), bar e ristoranti. La normalità e la spensieratezza di ognuno di noi, la nostra vita di tutti i giorni. Vogliono uccidere - e umiliare - il nostro desiderio di libertà.

Il cancro del terrorismo non vincerà. Questo è poco ma sicuro. La battaglia per sconfiggerlo sarà lunga e difficile. Richiederà sacrifici e, purtroppo, lascerà una lunga scia di sangue innocente. L'importante, ora, è avere bene in mente una cosa: dobbiamo restare uniti e difendere, oggi più che mai, le nostre abitudini e la nostra libertà. Rinunziarvi equivarrebbe a darla vinta troppo facilmente a chi ci vuole distruggere e umiliare. Lottare contro il terrorismo - e il fondamentalismo - richiede uno sforzo politico oltre che militare e di intelligence. Ma è una battaglia soprattutto culturale (nei nostri Paesi e in quelli islamici).

È su questo terreno che si può - si deve - vincere la sfida.

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