Nel totoministri spuntano anche Moratti e Bertolaso

Fi prenota Giustizia e Mise, lo stallo sul Tesoro e il nodo Ronzulli. Si punta al governo entro il 25

Nel totoministri spuntano anche Moratti e Bertolaso

La trattativa per la formazione del governo Meloni arriva alla curva finale. Che però è anche la più insidiosa. Si accelera. «Lorenzo Cesa, leader Udc, fissa il timing: «Tra il 24 e il 25 avremo il governo». Nel frattempo si deve chiudere l'accordo per le presidenze di Camera e Senato.

Ieri è stata una giornata di vertici e riunioni tra Via della Scrofa, quartier generale di Fratelli d'Italia, e Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi. Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno avuto un'ora di colloquio. Il Cavaliere avrebbe recapitato la richiesta per due ministeri pesanti: Giustizia e Mise.

Nel pomeriggio, nella sede di Fdi, le delegazioni di Forza Italia, Lega e centristi mettevano sul tavolo l'intesa per le due Camere. Domani inizierà ufficialmente la legislatura. Al Senato Ignazio La Russa è favorito su Roberto Calderoli per la presidenza. A Montecitorio spetterà alla Lega indicare il nome.

È in corso il ballottaggio tra Riccardo Molinari, capogruppo uscente del Carroccio e Giancarlo Giorgetti. Per la squadra dei ministri si ragiona su uno schema misto tra politici e tecnici. Il nodo da sciogliere resta il Mef. Per la guida del ministero dell'Economia c'è l'opzione Giorgetti. Una mossa (quella di Giorgia Meloni) che spiazza il leader della Lega Matteo Salvini.

Impossibile rinunciare a un ministero di peso. Impossibile affidarlo a Giorgetti, leader della fronda anti-Salvini nella Lega. E dunque la trattativa si incarta sul nome del ministro dello Sviluppo economico. Salvini potrebbe dirottarlo alla presidenza della Camera. Sperando nell'effetto Fini.

Su Giorgetti c'è anche il via libera del Terzo Polo: «Nome autorevole», fanno sapere fonti di Azione. La candidatura di Molinari resta però molto solida.

Il secondo nodo: Licia Ronzulli. La senatrice precisa: «Mai parlato di me come ministro». I dubbi di Meloni sull'ingresso di Ronzulli al governo nascono da una doppia preoccupazione: le posizioni ultra pro-vax e il feeling con Salvini. La senatrice farà parte della rosa di Fi.

Ma la delega sarà decisa in ultimo. Per il dicastero alla Salute, l'ex direttore della Protezione Civile Guido Bertolaso sembra aver superato Guido Rasi, principale competitor. Antonio Tajani resta in campo per la Farnesina anche se nelle ultime ore si ipotizza su indicazione di Silvio Berlusconi un trasloco allo Sviluppo economico. Per il Mise è in corsa anche Antonio D'Amato, imprenditore napoletano ex presidente di Confindustria che però potrebbe essere piazzato alla Transizione ecologica.

Carlo Nordio perde posizioni per il ministero della Giustizia: la rinuncia di Fi a una delle due Camere fa schizzare le quotazioni di Elisabetta Casellati per il posto di Guardasigilli. E salgano le possibilità di un ingresso nell'esecutivo per Letizia Moratti: l'ex sindaco di Milano dovrebbe far ritorno al dicastero dell'Università.

Adolfo Urso è il nome forte dei meloniani per il ministero della Difesa. Altra casella chiave è il ministero del Lavoro che andrà a un tecnico di area Fdi. Il nome è quello di Marina Calderone, presidente dell'Ordine dei consulenti del Lavoro. L'alternativa è Maurizio Leo.

Il leader della Lega Salvini è destinato ad assumere la guida del ministero delle Infrastrutture mentre per il Viminale si va verso una scelta tecnica: Matteo Piantedosi. Per il ministero delle Riforme, invece, rimbalza sempre più insistente il nome di Alfonso Celotto. Si sta invece scatenando una guerra tra Fratelli d'Italia e Lega per il ministero della Famiglia.

Il Carroccio sta puntando infatti su Simona Baldassarre, appoggiata da ambienti cattolici e associazioni pro Life. Fdi vorrebbe Isabella Rauti.

Per il Ministero dei Beni Culturali sono in ballo i nomi di Giampaolo Rossi e Alberto Barachini.

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