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Nella maggioranza torna il sereno. Giorgetti rilancia: "Conta il risultato"

Borghi (Lega): "Una soluzione si trova sempre". Il ministro: "Non mi dimetto"

Nella maggioranza torna il sereno. Giorgetti rilancia: "Conta il risultato"
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"Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare. Però siccome è la ventinovesima legge di Bilancio che faccio, so perfettamente come funziona, c'è un Parlamento, una commissione e le proposte del governo. A me interessa il prodotto finale, crediamo di aver fatto delle cose giuste, di lavorare bene nell'interesse degli italiani". Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ieri ha replicato così a margine dei lavori della commissione Bilancio del Senato, a chi lo incalzava sulle frizioni in maggioranza sulle pensioni.

La nuova versione del maxiemendamento del governo, oltre ai sostegni alle imprese, non contiene più la stretta sui prepensionamenti su cui la Lega, e in particolare il senatore Claudio Borghi, aveva espresso la sua contrarietà. Tuttavia, è stata cancellata la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare ai soli fini del raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo. "Quella è una cosa introdotta l'anno scorso, dal nostro governo, che pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica", ha commentato Giorgetti.

Il cortocircuito è superato ma avrebbe provocato a Giorgia Meloni irritazione e disappunto tanto da spingerla a convocare venerdì sera a Palazzo Chigi un vertice serale sulla manovra per chiarirsi. La premier ritiene che le tensioni tra alleati non possano essere tirate fuori in modo plateale, anche perché era stato tutto definito con il ministro dell'Economia Giorgetti che non a caso s'era lamentato di dover "mettere toppe per altri".

Ieri Borghi ha gettato acqua sul fuoco: "Abbiamo trovato come sempre una soluzione. Questa è la differenza tra noi e l'opposizione, loro non sono mai d'accordo, noi alla fine la troviamo, a volte a qualcuno tocca fare l'antipatico ma si trova, questa volta è toccato a me". Il cumulo del fondo complementare per l'anticipo della pensione di vecchiaia potrebbe comunque rientrare con un altro provvedimento. "Quell'esperimento agli occhi di qualche tecnico zelante dava origine a futuri oneri, perché incrementando la previdenza complementare avrebbe portato più persone ad ottenere i requisiti e se disattivi questo il problema non si pone più. Non pensiamo però che quel sistema sia una cosa sbagliata e faremo una norma ad hoc", ha spiegato Borghi. Mentre in una nota il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari hanno sottolineato che "grazie a un emendamento della Lega anche i contratti collettivi stipulati in passato, non solo quindi quelli futuri, avranno eventuali aumenti salariali tassati al 5%".

Dalla maggioranza si è levata anche la voce ottimista del vicepremier nonché leader di Forza Italia, Antonio Tajani: "I tempi stanno di nuovo accelerando, faremo Natale con la manovra approvata al Senato poi si andrà tra Natale e Capodanno

ad approvarla alla Camera". Valutazione condivisa anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa (foto a destra). "Ho visto una trentina di leggi di Bilancio, non ce n'è una che abbia zero problemi", ha tagliato corto.

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