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Nervi tesi in maggioranza, il Cdm sul Recovery slitta ancora

Niente da fare per il Cdm: slitta ancora l'incontro dei ministri per la discussione del Recovery plan. In maggioranza c'è fermento

Nervi tesi in maggioranza, il Cdm sul Recovery slitta ancora

Il Cdm previsto per ieri è stato rinviato a questa mattina alle 10 ma è ulteriormente slittato a causa delle tensioni all'interno della maggioranza. Pare che Palazzo Chigi e il Mef non abbiano ancora trovato la quadra sulle tabelle del Recovery plan e in più la maggioranza è in fibrillazione, soprattutto dalle parti di Forza Italia, Movimento 5 Stelle e della Lega. C'è un nodo politico che ancora non è stato sciolto sul Superbonus al 110% che M5s, Pd e Forza Italia vogliono prorogare fino al 2023. Ma per prolungarlo è necessaria una copertura ulteriore di 10 miliardi che attualmente non c'è ma che Mario Draghi si sta impegnando a garantire ai partiti. Dal fronte Lega, invece, il nodo giunto al pettine è quello dei centri commerciali, che sarebbero dovuti tornare ad aprire il 15 maggio ma che ora, col decreto riaperture in Gazzetta Ufficiale, non hanno più una data di ripartenza.

Il nodo Superbonus

Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Partito democratico spingono per prorogare il Superbonus fino al 2023 inserendolo nel Recovery plan. Per il M5S, promotore di questa iniziativa, il Superbonus è il tassello fondamentale della transizione ecologica, della quale il partito di Grillo ha voluto anche il ministero. Sul tema nelle scorse ore si è espresso anche Giuseppe Conte con un post social: "La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle. È un'occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica".

Sempre su Facebook è intervenuto anche Luigi Di Maio: "Nei prossimi provvedimenti, come ha detto il ministro dell'Economia Daniele Franco, verranno stanziati i fondi per prorogare fino al 2023 il superbonus. E oggi nel Consiglio dei ministri chiederemo garanzie". Il ministro degli Esteri ha poi concluso: "Stiamo per ultimare il Pnrr, il Piano Nazionale di ripresa e resilienza, che significa utilizzare oltre 200 miliardi del Recovery plan per avviare progetti di rilancio del Paese e creare nuovi posti di lavoro. Sono già previsti anche ulteriori 18 miliardi per il Superbonus 110%, più di 10 nel Pnrr e 8 nel fondo investimenti. È una misura voluta fortemente dal MoVimento 5 Stelle che va sostenuta da tutti e di cui siamo molto contenti".

Maurizio Gasparri per Forza Italia ha confermato l'impegno del suo partito per la proroga: "Il superbonus del 110%, fondamentale per l'edilizia e le ristrutturazioni, deve essere necessariamente prorogato al 2023. Non si tratta di un'ipotesi ma di una certezza e di una necessità. Forza Italia certamente farà sì che il Governo agisca in questo senso. Si tratta di una scelta prioritaria da confermare subito".

In favore del Superbonus anche Fratelli d'Italia, unico partito di opposizione: "Il governo dei Migliori perde l'ennesima occasione per dimostrare di avere una visione dello sviluppo ecologico dell'Italia. L'edilizia è da sempre il motore di ripresa dopo le grandi crisi sociali ed economiche e la misura del 110 aveva dato speranza e prospettive di futuro a migliaia di famiglie italiane impiegate nel settore edilizio".

Le risorse, però, al momento non ci sono e non ci saranno nel Recovery. "Non ci saranno modifiche nel Pnrr sullo stanziamento per la proroga del Superbonus al 2023 ma, viene spiegato da fonti di maggioranza, il premier Mario Draghi rassicurerà la maggioranza durante il suo intervento in Parlamento lunedì e martedì", scrive l'agenzia LaPresse. Fino al 2022 sono previsti 18 miliardi di euro ma ne servirebbero altri 10 per il 2023. Un nodo che non sembra di facile risoluzione al momento. L'ipotesi più accreditata al vaglio degli esperti è di garantire le coperture in autunno, mettendole nero su bianco in legge di bilancio. Questa è la proposta del Mef alla maggioranza. Una soluzione che, però, non convince i partiti schierati per la proroga.

La questione dei centri commerciali

Slegata dal Recovery plan ma attualissima è la polemica sulla riapertura dei centri commerciali, assente nell'ultimo decreto. Nella bozza era prevista la ripartenza il 15 maggio ma nel testo definito in Gazzetta Ufficiale è scomparsa qualunque indicazione in merito. La Lega ha promesso battaglia in tal senso per dare una data certa anche a questo settore per tornare a lavorare 7 giorni su 7.

Dello stesso parere anche Forza Italia e Italia viva, che chiedono l'immediata riapertura a governo.

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