Coronavirus

"Nessun annullamento". Perché Speranza rischia sulle cure domiciliari

Erich Grimaldi, l'avvocato che ha presentato il ricorso al Tar: "La circolare è vincolante per i medici: Speranza deve dimettersi"

"Nessun annullamento". Perché Speranza rischia ancora sulle cure domiciliari Esclusiva

I medici del Comitato per le cure domiciliari sono rimasti “sorpresi” dalla decisione del Consiglio di Stato di sospendere la sentenza del Tar che bocciava il “protocollo Speranza”. “È successo un bel casino”, sintetizza al telefono Erich Grimaldi, l’avvocato che insieme alla collega Valentina Piraino ha portato avanti il ricorso contro l’approccio “paracetamolo e vigile attesa”.

Avvocato, nemmeno il tempo di festeggiare per la sentenza del Tar che vi piomba addosso il Consiglio di Stato…
“Il ministero ha presentato appello due giorni fa e il presidente Franco Frattini ha scelto di sospendere l’efficacia della sentenza, rimandando tutto all’udienza del 3 febbraio. Bisogna però essere precisi: non è stato annullato il provvedimento del Tar. È solo un decreto cautelare”

Se lo aspettava?

“Il ricorso sicuramente sì, altrimenti si sarebbe dovuto dimettere Speranza. E forse anche la sospensione. Però rimango comunque perplesso”.

Perché?
“Frattini è lo stesso presidente che nell’aprile del 2021 sulle linee guida del 30 novembre, quindi parliamo della stessa materia, aveva rigettato l’istanza cautelare. Perché all’epoca no e oggi sì? Il punto è che ha ragionato sulla base della sentenza e delle deduzioni del ministero, senza poter ancora sentire la nostra difesa”

Cosa gli avreste detto?
“Noi abbiamo sempre fatto riferimento alla legge Bianco-Gelli. Quando ci sono delle linee guida o raccomandazioni, il medico tende a seguirle. Ne è condizionato. E questo perché adeguarsi alle prescrizioni ufficiali lo svincola da eventuali responsabilità penali”.

In effetti l’articolo 590 sexies del Codice Penale parla chiaro: “La punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida”.
“È vero che il medico ha libertà di agire in scienza e coscienza come vuole, ma se in emergenza Covid sa che il paziente potrà degenerare, di fronte a linee guida è condizionato dal non fare una scelta diversa: se non segue quelle indicazioni, rischia di risponderne penalmente in caso si morte del paziente”.

Però per il Consiglio di Stato nella circolare ci sono solo "parametri di riferimento", non obblighi...
“Anche se nel testo non c’è scritto 'prescrizioni', quando il ministero dice cosa fare e non fare, di fatto sta costringendo il medico a rispettare le indicazioni”

In che senso?
“Se il ministero si fosse limitato a indicare quali farmaci possono essere utili contro il Covid, ok. Ma se invece - come accaduto - al medico viene detto di aspettare che il paziente sviluppi febbre sopra i 38 e una saturazione non inferiore a 90, di prescrivere paracetamolo o fans, e di non usare cortisone, eparina, antibiotico… beh: di fatto si sta indicando al medico cosa fare. Quindi lui, per non rischiare, applica queste raccomandazioni".

Tuttavia Frattini sostiene che siano solo “raccomandazioni” non vincolanti.
"E allora come la mettiamo con tutti quei medici chiamati dall’Ordine di riferimento perché non hanno rispettato le linee guida? Allora: sono vincolanti, oppure no?”

L’Ordine dei medici e la Fiemmg assicurano che tanto nessuno segue più quella circolare…

“Non è vero. Al Comitato terapia domiciliare sono arrivate migliaia di richieste di persone lasciate a casa con la vigile attesa. È successo in prima, seconda e terza ondata. E continua ad avvenire oggi. Ma noi non possiamo sostituirci al servizio sanitario nazionale, abbiamo solo pochi medici volontari, quindi dobbiamo correggere gli errori all’origine”.

Qual è il vostro obiettivo?
“Non solo dimostrare la macroscopica irragionevolezza e l’illogicità delle indicazioni terapeutiche della 'vigile attesa', atteso che abbiamo depositato degli studi secondo cui il paracetamolo non è indicato per il Covid. Ma anche far capire che l’intervento contro la malattia deve essere precoce: il trattamento della Covid va fatto senza attendere che i pazienti mostrino febbre”.

Lei pensa che Speranza dovrebbe dimettersi?
"Assolutamente sì. La sua gestione dell'emergenza, sia col governo Conte che con quello Draghi, è stata fallimentare: se non avessero dimenticato la medicina territoriale, e non avessero emesso quella circolare, forse oggi non avremmo 140mila morti"

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