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"Nessun ricatto, testo da approvare subito"

Il senatore dem Andrea Marcucci preoccupato dalle resistenze alla riforma Cartabia: "Non affossare il provvedimento"

"Nessun ricatto, testo da approvare subito"

«Sono molto preoccupato per l'atteggiamento dei 5s sulla riforma Cartabia». Andrea Marcucci, senatore Pd ed ex capogruppo, lancia l'allarme: «Vedo un parallelismo tra la valanga di emendamenti presentati dalla Lega sul ddl Zan e quella dei grillini sulla giustizia. L'obiettivo è lo stesso: l'affossamento di un provvedimento».

Eppure, senatore Marcucci, solo il giorno prima Giuseppe Conte era andato dal premier Draghi ad assicurargli «lealtà» e nessun ostruzionismo. Non era sincero o sono i parlamentari 5s a non dargli retta?
«In effetti le parole di Conte non corrispondono alle scelte parlamentari dei Cinque Stelle. Non voglio trarne conclusioni: magari l'ex premier non ha avuto tempo di parlarci e di lavorare sul gruppo dei suoi deputati... So che stasera (ieri, ndr) avranno una riunione importante tra loro, e mi auguro che ne esca un messaggio rassicurante come quello all'uscita da Palazzo Chigi, poi smentito oggi dai fatti. Dobbiamo dar credito alla svolta moderata di Conte, ma mi aspetto che abbia conseguenze concrete sui comportamenti parlamentari».

Il segretario del suo partito, però, ha aperto alle richieste di modifica di M5s su un testo già approvato dal Consiglio dei ministri, inclusi quelli grillini.
«Io la leggo come un'apertura al ministro Cartabia, che è sempre stata pronta al dialogo per correggere eventuali punti critici, e non certo come un avallo alle ansie identitarie grilline e alle loro ambizioni di restaurazione dell'era Bonafede. Quello proprio no, grazie».

Anche molti magistrati, per lo più dell'accusa, si scagliano contro la riforma minacciando sfracelli se passasse. Come si spiega questa resistenza?
«Ai magistrati dico quello che ho detto a proposito delle uscite di Oltretevere sul ddl Zan: tutti vanno ascoltati, va tenuto conto delle loro obiezioni e di eventuali problemi reali che vengono sollevati. Dopo di che, ognuno faccia il suo mestiere: e il mestiere di fare le leggi spetta al Parlamento, non a vescovi o pm. A ciascuno il suo. Se alcune denunce di magistrati fossero fondate, ne terremo conto: nessuno vuole lasciare impuniti i criminali. Ma l'obiettivo deve essere chiaro: servono processi più rapidi e nel rispetto delle garanzie, per le vittime ma anche per gli imputati. Questa riforma è necessaria, giusta e urgente, va fatta in tempi rapidi, e non si possono consentire atteggiamenti ricattatori volti solo ad affossarla».

Si aspettava una reazione così virulenta dei 5 Stelle?
«Mi aspettavo reazioni forti, tra loro c'è grande agitazione. Ma questo è un passaggio cruciale anche per l'alleanza col Pd: devono superare approcci dogmatici e estremisti e lavorare per le riforme del governo. Le alleanza non si fanno a tavolino, ma sui contenuti. Spero che facciano questo passo avanti. Non so se ci credo, ma ci spero».

Firmerà i referendum per la giustizia?
«Non mi pare utile una fuga in avanti ora, proprio quando un governo si fa finalmente carico di una riforma seria. E l'adesione di Salvini ai quesiti radicali mi pare del tutto strumentale».

E il ddl Zan che fine farà?
«Io mi auguro che vada velocemente al voto in Senato e venga approvato. È una legge che tutela i più deboli ed è assolutamente necessaria, quindi sono contrario ai rinvii. Va portata a casa a ogni costo, incluso il confronto con tutte le altre forze politiche, soprattutto se non ci fossero i numeri per approvare questo testo».

C'è chi sospetta che sia Pd che Lega preferiscano rinviare il voto per evitare compromessi e farci sopra una campagna elettorale da duri e puri, su opposti fronti.


«Credo che Letta, come me, abbia a cuore l'approvazione della legge, e non si accontenti di pensare: abbiamo perso, ma intanto ci facciamo sopra la campagna elettorale».

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