Non è scoppiata una guerra in Forza Italia, e non ci sono fuoriuscite in vista, anzi sono probabili nuovi ingressi nel movimento, che con il suo leader Silvio Berlusconi resta impegnato a unire il centrodestra.
Dopo la convention di Napoli, il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani getta acqua sul fuoco. Interpellato su dissidi interni, Tajani risponde categorico: «Nessun Vietnam, nessun caos in Fi». Lo fa all'indomani dei retroscena che hanno coinvolto anche i ministri Renato Brunetta e Mariastella Gelmini. «No - smentisce - anzi, io vedo ingressi verso di noi, come Acunzo che ha partecipato a Napoli ai nostri lavori». «Abbiamo qualcuno in lista di entrata - aggiunge - c'è grande voglia di venire in Fi, ci sono altri due o tre parlamentari che vogliono aderire a Forza Italia».
Fi dunque, tiene la barra al centro e prosegue la sua rotta di forza popolare e liberale del centrodestra. «Ci sono - sottolinea il coordinatore - malelingue che vorrebbero vederci scomparire dal panorama politico - la realtà è diversa da quella che alcuni giornali di sinistra vogliono vedere». Nel centrodestra - questo lo schema - «ci sono tre grandi partiti, con identità precisa, noi siamo la forza liberale europeista e riformista, siamo parte del Ppe, siamo il centrodestra, Berlusconi è il fondatore infatti, non abbiamo mai avuto pregiudizi, Berlusconi si è sempre impegnato per federare, non per fare un partito unico». E «pregiudizi» sulla leadership «non ce ne sono - conclude - per ora pensiamo a vincere, poi si vedrà dopo il voto per le politiche».
Intanto, «Italia al centro» ha i numeri per formare un gruppo al
Senato. «È un gruppo di 10 che contiamo possa crescere nelle prossime settimane e che manterrà le posizioni del gruppo alla Camera - ha detto il leader di Italia al centro Giovanni Toti - capodelegazione sarà Paolo Romani».
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