
L'edificio sventrato, le macerie, i cadaveri e i dispersi. Il sobborgo di Tel Aviv, Bat Yam, diventa il simbolo della ferocia della Repubblica islamica dell'Iran, che nei suoi attacchi contro Israele non punta ai siti militari, ma colpisce indiscriminatamente edifici civili. Per questo ieri, fra i palazzi semidistrutti a un passo dal litorale, mentre i vigili del fuoco erano ancora al lavoro, i vertici dello Stato d'Israele erano tutti lì. Dal primo ministro Benjamin Netanyahu al capo dello Stato Isaac Herzog, dal ministro della Difesa Israel Katz al ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. «L'Iran pagherà un prezzo molto alto per l'uccisione di civili, donne e bambini, che ha commesso intenzionalmente», promette Netanyahu, che ha definito l'attacco al regime di Teheran «un grande successo». Il capo del governo ne approfitta per spiegare le ragioni dell'offensiva israeliana sull'Iran, ricordando che quella in corso è una «battaglia esistenziale» per Israele: «Pensate a cosa succederebbe se Teheran avesse armi nucleari da lanciare sulle città israeliane, pensate a cosa succederebbe se l'Iran avesse 20mila missili di questo tipo». Poi l'avvertimento agli ayatollah iraniani: «Sentiranno il peso del nostro braccio».
Per il leader israeliano, 75 anni, premier più longevo della storia d'Israele, la guerra all'Iran è il conflitto che deciderà il peso della sua eredità politica. La guerra a Gaza sembra lontana ormai, nonostante «Bibi» dica di aver dato istruzioni perché «i negoziati sugli ostaggi vadano avanti», sostenendo di aver «individuato un'apertura». Il nuovo fronte iraniano, la prospettiva della caduta del regime di Teheran, può ridisegnare gli equilibri del Medio Oriente e così anche l'immagine del primo ministro, offuscata dagli attacchi del 7 ottobre e dagli effetti del conflitto nella Striscia.
Ma l'attacco a Bat Yam è un simbolo anche per il capo dello Stato. «Civili di tutte le età e di tutte le origini - ebrei e musulmani, giovani e anziani, israeliani veterani e nuovi immigrati, sopravvissuti all'Olocausto e bambini in tenera età - sono stati sfortunatamente e tristemente uccisi da un orrendo attacco iraniano contro le nostre città», spiega Herzog. «L'Iran ha deciso di attaccare i civili, non importa dove, e non importa cosa. E noi, ovviamente, continueremo a difenderci», aggiunge il presidente. Che poi esorta i civili: «Chiedo a tutti di mantenere la calma, nulla ci fermerà. Non abbiamo voluto questa guerra, sono qui per incoraggiare lo spirito del popolo israeliano, sono certo che il giorno dopo la guerra, sarà migliore e più giusto». Infine l'appello al G7 riunito in Canada: «Dovrebbero stare tutti dalla nostra parte, perché se volete eliminare le armi nucleari, è meglio collaborare con noi e assicurarsi che l'Iran non raggiunga questa capacità, affinché la nostra regione possa progredire verso la pace, il dialogo, la convivenza e il riavvicinamento».
A offrire la prospettiva di una guerra destinata a durare almeno qualche settimana è il ministro della Difesa Katz, che da Bat Yam prospetta uno scenario libanese: «Il dittatore iraniano sta trasformando Teheran in Beirut e i suoi abitanti in ostaggi per la sopravvivenza del suo regime». Il ministro si rivolge alla Guida Suprema iraniana, sfidandola. «Dico chiaramente al tiranno di Teheran, il dittatore Khamenei: se pensa che questo attacco criminale ci metterà in ginocchio, si sbaglia. Siamo un popolo forte - afferma il capo della Difesa israeliana - Nessuno ci metterà in ginocchio».
Convinto che gli israeliani capiscano la necessità e l'urgenza di agire contro Teheran anche il ministro della Sicurezza nazionale Ben Gvir, esponente dell'estrema destra israeliana e presente nel sobborgo di Tel Aviv per dare sostegno ai civili e garantire linea dura contro chi minaccia lo Stato ebraico: «Partecipo al dolore delle famiglie, sia qui sia a Tamra - spiega il ministro - Sapevamo quali potessero essere i costi, ma credo che tutto il popolo di Israele capisca
il prezzo di un Iran nucleare». Infine la promessa: «La polizia è pronta a ogni scenario, e chiunque inciti contro lo Stato di Israele sarà punito e arrestato». L'Idf annuncia intanto una nuova ondata di missili dall'Iran.