Niente armi pesanti, Scholz criticato e solo

L'Spd del cancelliere prova a ricucire dopo aver negato l'invio di altri aiuti

Niente armi pesanti, Scholz criticato e solo

A provare a metterci una toppa è corsa nel pomeriggio Saskia Esken. La co-presidente dei socialdemocratici (Spd), il partito del cancelliere tedesco Olaf Scholz, si è recata mercoledì alla rappresentanza ucraina a Berlino per incontrare l'ambasciatore Andrij Melnyk. Ore prima, il diplomatico aveva espresso via Twitter tutto il suo disappunto per lo stop all'invio di armi pesanti a Kiev da parte del governo tedesco. «Dobbiamo ormai riconoscere che siamo già arrivati ai nostri limiti», aveva dichiarato Scholz il giorno prima. «La tesi per cui la Bundeswehr non sarebbe in grado di inviare altre armi all'Ucraina non è comprensibile», ha replicato l'ambasciatore, senza nascondere la «grande delusione e amarezza»di Kiev e tornando a invocare l'invio di 100 veicoli da combattimento di fanteria Marder e di obici semoventi PzH2000.

Da settimane Melnyk fa parlare di sé per i suoi modi molto poco diplomatici nei riguardi di tanti dirigenti tedeschi, a cominciare dal presidente federale Frank-Walter Steinmeier considerato troppo vicino a Putin.

Socialdemocratico «migliorista», a inizio conflitto il cancelliere Scholz era invece apparso disponibile a sposare la linea antirussa dagli alleati Verdi e Liberali ma con il passare delle settimane ha corretto la rotta, respingendo dapprima l'ipotesi di un embargo sul gas russo (nel 2021 la Germania ha importato il 55% dell'oro blu da Mosca e uno stop agli acquisti non è previsto prima del 2025) e adesso tirando il freno sull'invio di armi. Il cambio di passo del capo del governo non è stato ignorato dalla Cdu che spera di stanare i Verdi al Bundestag con una mozione in cui si dichiari Scholz «corresponsabile della carenza di difesa dell'Ucraina».

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