Una lezione di musica rinviata di un mese, in Romagna, per osservare il Ramadan. E due uomini, due egiziani cristiani aggrediti a Torino perché «sorpresi» a fumare in uno di questi giorni del mese sacro per l'islam. Episodi diversi, prova di un'integrazione a dir poco difficile.
La prima storia l'ha raccontata una giornalista a lungo titolare di incarichi nel consiglio dell'Ordine, Elide Giordani. Una lezione in una scuola della provincia di Forlì-Cesena sarebbe stata annullata perché due alunni di religione musulmana avrebbero invocato il loro diritto a non ascoltare musica durante il Ramadan. «Questa mattina - ha raccontato la giornalista riportando le parole di un amico docente di Letteratura, frustrato per l'accaduto - mi è stato impedito di fare una lezione con il supporto di brani musicali perché due studenti della classe hanno invocato il loro diritto a non ascoltare musica dato che è iniziato il ramadan e loro sono islamici. E questo per tutto il mese in corso». «Non era una festa, ovviamente, ma una scelta educativa in cui l'ascolto è il necessario strumento della didattica. Neppure i dirigenti dell'istituto hanno saputo che pesci prendere. Tutto è stato rimandato alla volontà dei genitori dei due studenti ed eventualmente dell'imam. Se diranno sì potremo proseguire se no non si fa nulla, con buona pace dell'autonomia educativa e della consapevolezza dei diritti di tutti, non solo di chi sceglie di non ascoltare musica per ragioni religiose».
Intanto a Torino, due uomini di origini egiziane - spaventatissimi - hanno denunciato alla polizia di essere stati insultati e spintonati in corso Vercelli da un gruppo di nordafricani, che li accusava di non rispettare il Ramadan. «Siamo cristiani copti e non musulmani», si sono difesi i due. Sul posto sono intervenuti anche i sanitari del 118, che li ha accompagnati all'ospedale San Giovanni Bosco. L'assessore piemontese regionale Maurizio Marrone (FdI) ha annunciato di voler incontrare i due, italiani di religione copta: «L'episodio che ha visto protagonisti Sherif e Nabil Azer è preoccupante - dice - perché ci dà il polso di quanto le nostre città stiano diventando territori franchi per integralisti islamici che non hanno alcuna intenzione di integrarsi».
Ad Ancona, invece, il tribunale ha stabilito che una
madre italiana potrà far interrompere al figlio 13enne - musulmano come il padre - un digiuno ritenuto pregiudizievole per il benessere del ragazzo e il suo rendimento scolastico anche in vista dell'esame di terza media.
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