Niente puzza siamo scozzesi: stadio vietato a chi non si lava

Il Club di Glasgow scrive ai fan: "Lavatevi prima della partita". E a Pantelleria via libera al topless pur con seni "stomachevoli"

Niente puzza siamo scozzesi: stadio vietato a chi non si lava

Ci sono luoghi dove la gente puzza e dove le femmine hanno seni stomachevoli. Sono distanti fra loro ma, infine, appartengono entrambi alla razza umana, frequentata da persone e personaggi improbabili.

Accade che nella città dove nacque sir Thomas Lipton il cui the, da oltre un secolo e mezzo, riserva e regala, ai cultori, profumi e miscele delicate, i sentori contemporanei siano diversi, anzi trattasi di puzza e così mister John Paul Taylor, che nel club calcistico cattolico del Celtic di Glasgow, è il responsabile dei rapporti con i tifosi, ha scritto e spedito ai fan di stare lontano dal Parkhead, lo stadio del Celtic, nel caso in cui il loro corpo emani cattivi odori, così da infastidire vicini di settore e di tifo, procurando disgusto e, in alcuni casi, anche contagio e improbabili malattie.

Pensate che sir Robert Kelly, dirigente per quarant'anni del club, scrisse che «il Celtic è molto più di una squadra di calcio. Per molta gente è uno stile di vita». Ora la vita ha le sue mancanze, spesso si suda, si trasuda, si odora, ci si ingozza, si tracanna e allora il corpo reagisce e il giro vita, più che la vita, non è più uno stile, specie quando si è in mezzo alla folla.

Non c'è stata nessuna reazione dei tifosi, semmai immediate corse alla doccia per evitare di tradire la squadra del cuore, meglio una saponetta dell'espulsione dal tempio calcistico. Gli scozzesi risparmiano su tutto, mentre in Italia, nell'isola di Pantelleria, si va via sciolti e un altro tipo di ordinanza, scritta e firmata dal sindaco, ha riportato in libertà tette e culi, oltre a tutto il resto, insomma il nudismo ritorna alla grande nell'isola vulcanica dove sì l'odore è forte, sulfureo, a volte di uovo sodo ma questo sarebbe un problema soltanto per eventuali turisti tifosi del Celtic.

Invece era destino che l'isola ritrovasse quella libertà di cui godeva fino al diciassette di luglio dell'Ottantadue quando il sindaco democristiano, poco demo e poco cristiano, Giovanni Petrillo, mise la propria firma sotto un'ordinanza che faceva divieto assoluto di topless e di nudi e, dunque, di circolazione di nudisti sul suo territorio (ma anche Tropea si adeguò alla censura), e così si esprimeva nello scritto: «... è obiettivamente deprecabile e riprovevole, in particolare, il comportamento di alcune donne che il più delle volte espongono al sole seni che sono invece stomachevoli escrescenze flaccide e bislunghe». Il Petrillo doveva avere gusti raffinati. Salvatore Gino Gabriele, nuovo sindaco di Pantelleria, se ne fotte della forma delle tette, anzi, non potendo dialogare con il defunto predecessore (poi incriminato e finito al gabbio per concussione e pizzo) per capire le ragioni effettive del divieto, è venuto incontro alle proteste dei nudisti, liberi, da ieri, di frequentare dammusi, giardini, faraglioni, stando tuttavia attenti alle pietre sporgenti piuttosto che agli sguardi dei curiosi allupati anche per le escrescenze flaccide e bislunghe visibili a occhio nudo, pure quello.

Glasgow e Pantelleria, dunque, non potranno mai essere gemellate, di là la puzza degli scozzesi tifosi, di qua

la libera circolazione di corpi odorosi di ogni tipo. Penso a Marilyn che giaceva, nel suo letto di lenzuola nere, con indosso soltanto due gocce di Chanel numero 5. E penso, poi, a un tifoso del Celtic nudo a Pantelleria.

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