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"No a favoritismi". Scatta la rivolta contro i 5 Stelle

Proteste in maggioranza contro l'ipotesi di non mettere la fiducia sul dl Aiuti per fare un assist al M5S: "Si creerebbe una questione politica gravissima"

"No a favoritismi". Scatta la rivolta contro i 5 Stelle

Sul dl Aiuti continuano a consumarsi delle evidenti spaccature tra i partiti di maggioranza. A creare divisioni è la norma che, nei fatti, potrebbe gettare le basi per la realizzazione del termovalorizzatore a Roma. Un passaggio fortemente contestato dal Movimento 5 Stelle, che valuta di astenersi qualora fosse messa la fiducia. Per evitare lo strappo dei grillini si sta pensando di evitare la fiducia, ma da molti partiti che sostengono il governo è partita una rivolta contro quello che sembra essere un assist al M5S.

L'ira dei partiti

Gran parte della maggioranza giudica la mossa come fumo negli occhi, tanto che sarebbe in corso un certo pressing su Palazzo Chigi per invertire la rotta. La questione di fondo è la seguente: perché bisogna sgombrare dal campo la fiducia? Perché la mano va tesa solo nei confronti dei 5 Stelle? Infatti diversi partiti di maggioranza denunciano che, avendo data per scontata la fiducia, ora sono sprovvisti di proposte di modifica.

Il fastidio maggiore filtra tra le fila di Forza Italia, Lega, Italia Viva e dai "dimaiani" di Insieme per il futuro. C'è chi fa notare che si tratterebbe di un caso senza precedenti. "A noi certi favoritismi non sono mai stati concessi, quindi si creerebbe una questione politica gravissima", riferiscono dalla Lega all'Adnkronos. Comunque dall'esecutivo tengono a sottolineare che il provvedimento dovrà però essere approvato entro il 15 luglio.

Il Movimento avrebbe puntato i piedi, chiedendo con forza una norma sul Superbonus per "oliarne" il meccanismo e sul price cap sul prezzo del gas. Il tutto assume un forte rilievo in vista dell'incontro tra il premier Draghi e Giuseppe Conte: i due si vedranno nel pomeriggio di domani, dopo che il faccia a faccia (inizialmente previsto per ieri) è stato rimandato a causa della tragedia sulla Marmolada.

Il pressing su Draghi

Nel pomeriggio la situazione dovrebbe essere più chiara, ma alla fine la strada della fiducia potrebbe essere ritenuta indispensabile se continuassero a dominare le pesanti divergenze in maggioranza. La Lega ritiene che l'eventuale decisione di non mettere la fiducia sarebbe una sponda al Movimento 5 Stelle.

"Sto andando apposta alla Camera a parlare con il capogruppo", ha risposto Matteo Salvini ai giornalisti sul fatto che il governo sembrerebbe intenzionato a non porre la fiducia sul dl Aiuti. Fonti parlamentari fanno sapere che, nel corso della riunione tra Salvini e i senatori leghisti, il ragionamento emerso è che il premier Mario Draghi debba farsi carico di tutta la maggioranza e dare segnali concreti.

"Non è che può fare sconti alle altre forze politiche e far pagare un prezzo pieno alla Lega", è in sostanza l'osservazione che rimbalza nel partito di via Bellerio.

In queste ore si proverà a mediare per trovare un punto di incontro, evitando dunque ulteriori fibrillazioni in grado di minare la stabilità dell'esecutivo.

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