No di Londra e Parigi e Berlino sospende l'invio delle armi. Riad: pulizia etnica

Sdegno mondiale. Vance: "Disaccordo con gli inglesi". Oggi riunione dell'Onu

No di Londra e Parigi e Berlino sospende l'invio delle armi. Riad: pulizia etnica
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Israele scatena l'ira del mondo con il piano di controllo per Gaza. L'Europa chiede di ripensarci, la Germania sospende le forniture di armi allo Stato ebraico e l'Arabia Saudita parla di "pulizia etnica", mentre dal Kent il vice presidente americano JD Vance ammette che Londra e Washington possono avere dei "disaccordi" su come gestire la crisi umanitaria nella Striscia. Il numero due di Donald Trump afferma durante l'incontro col ministro degli Esteri britannico David Lammy nella sua residenza di campagna nel Kent, sottolineando che proprio le divergenze sono al centro dei colloqui.

Il capo della diplomazia inglese ribadisce le forti preoccupazioni sul piano di occupazione militare intrapreso da Israele, che già il premier Keir Starmer ha definito "sbagliato", poiché "non contribuirà in alcun modo a porre fine al conflitto, né ad assicurare il rilascio degli ostaggi, ma porterà solo a un ulteriore spargimento di sangue". Vance e Lammy parlano pure del riconoscimento della Palestina: "Gli Stati Uniti non hanno intenzione di riconoscere uno Stato palestinese. Non so neanche cosa significherebbe riconoscerlo, data la mancanza di un governo funzionante", sottolinea il vice presidente Usa, ricordando i due obiettivi di Trump rispetto a Gaza, ossia "fare in modo che Hamas non possa più attaccare civili israeliani innocenti e questo deve avvenire attraverso lo sradicamento di Hamas". E poi, aggiunge, "il presidente è rimasto molto colpito da queste terribili immagini di una crisi umanitaria a Gaza e vogliamo assicurarci di risolvere il problema".

Sul piano di Benjamin Netanyahu a Gaza, invece, da Bruxelles la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen afferma che "la decisione deve essere riconsiderata. Allo stesso tempo, è necessario che tutti gli ostaggi, detenuti in condizioni disumane, vengano rilasciati. Inoltre, gli aiuti umanitari devono poter accedere immediatamente e senza ostacoli e serve un cessate il fuoco immediato". Durissima la reazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz, il quale fa sapere che il governo non autorizzerà alcuna esportazione di attrezzature militari che possano essere utilizzate nella Striscia "fino a nuovo avviso". E il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ritiene che "un'operazione del genere peggiorerebbe una situazione già catastrofica senza consentire il rilascio degli ostaggi di Hamas, il loro disarmo e la loro resa".

Mentre dal Cario, un diplomatico egiziano avverte gli Usa che la decisione di conquistare Gaza City spingerà Hamas a giustiziare gli ostaggi israeliani che detiene. Condanna senza appello del piano di Tel Aviv arriva pure dall'Arabia Saudita, che parla di "carestia e pulizia etnica" dei palestinesi nel territorio sotto assedio. Riad dice di "condannare categoricamente la persistenza di Israele nel commettere crimini di fame, pratiche brutali e pulizia etnica contro il popolo palestinese". Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, da parte sua, sottolinea che la decisione di Netanyahu "segna una pericolosa escalation e rischia di aggravare le già catastrofiche conseguenze per milioni di palestinesi, mettendo ulteriormente a repentaglio altre vite, comprese quelle degli ostaggi". Poi ribadisce il suo "urgente appello per un cessate il fuoco permanente, un accesso umanitario senza ostacoli e il rilascio degli ostaggi, esortando con forza Israele a rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale.

Oggi alle 15, le 21 italiane, si riunirà anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu per discutere del piano di controllo di Gaza. L'incontro di emergenza è stato chiesto - su iniziativa palestinese - da Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Grecia e Slovenia con il sostegno dell'Algeria.

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