Coronavirus

No ristoranti e bar, sì cinema e stadi. Ecco la via italiana al pass vaccinale

Allo studio le modifiche al certificato, sarà valido dopo la seconda dose. L'ipotesi: usarlo per aprire al 100% il settore dell'intrattenimento e i trasporti a lunga percorrenza. Costa: "Non serve per tutto"

No ristoranti e bar, sì cinema e stadi. Ecco la via italiana al pass vaccinale

Basta quarantene per i vaccinati? La logica direbbe di sì. Ma ecco il paradosso. In un volo proveniente da Malta e atterrato a Pescara sono stati scovati nove positivi. Per sicurezza i 65 passeggeri considerati contatti stretti sono stati messi in quarantena. Compresi quelli in possesso di green pass. Come se i vaccinati con due dosi potessero contagiare o reinfettarsi.

Questo è un piccolo esempio per capire che è davvero il momento di rimettere mano al certificato verde e di premiare coloro che si vaccinano. Come per esempio, liberarli dalla quarantena. Ma le modifiche arriveranno probabilmente già dalla settimana prossima. Esperti e politici stanno lavorando dietro le quinte per trovare un giusto equilibrio. E per evitare che si pensi di copiare il modello francese avremo, per riprendere l'efficace definizione del ministro Mariastella Gelmini «una via italiana all'utilizzo ampio del green pass». In pratica, non si arriverà a vietare bar e ristoranti a chi non si è vaccinato, però si dovranno concedere molte opportunità a chi ne entra in possesso. Ma dopo aver fatto due dosi di vaccino.

Eccola la prima modifica su cui stanno lavorando gli esperti del Cts che molto probabilmente daranno il via libera al lasciapassare solo a chi sarà completamente immunizzato. Per due ragioni: lo richiede l'Europa per la libera circolazione negli stati membri e perché è l'unico modo di contrastare la variante Delta. È un passaggio «vitale» per avere la massima protezione contro il Covid-19 dice il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l'Agenzia europea per i medicinali (Ema). «L'adesione al ciclo di vaccinazione raccomandato aggiungono gli esperti europei - è fondamentale per beneficiare del più alto livello di protezione contro il virus e le varianti».

Dato per scontato l'accesso alla carta con la doppia dose, cosa si potrà fare con la green pass? Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, suggerisce di trasformare il certificato in uno strumento che amplia le opportunità e non che le restringe. «Usiamolo per far ripartire alcuni settori che hanno sofferto molto nel periodo di pandemia aumentando la capienza al 100% per i cinema e i teatri». Stessa cosa si può fare suggerisce Costa per il settore trasporti. «Certificato anche sui treni a lunga percorrenza che attualmente viaggiano a capienza ridotta e subiscono pesanti perdite». Sui bus e metrò il discorso diventa molto più complicato, difficile limitarne l'accesso a non vaccinati. Quello che sicuramente invoca Costa, così come anche il suo collega Piepaolo Sileri, è di usare il grimaldello del green pass per indurre i giovani a vaccinarsi. «Estendiamo il green pass per tutti gli eventi ad alta partecipazione, per gli stadi, i concerti e le discoteche. Meglio un green pass all'accesso delle disco che l'autogestione che si sta verificando in queste settimane nelle località di villeggiatura», precisa. L'unico limite è l'alternativo uso massiccio del tampone. Ma chi vuole divertirsi deve fare una scelta: o la punturina o il test a pagamento.

L'unico aspetto controverso sarà l'uso del green pass per bar e ristoranti. E qui Costa chiude la porta. «Non è il momento di porre questo divieto. Se vado a mangiare una pizza con i miei figli minorenni devo fargli fare il tampone? Assurdo. Anche per i bar escludo che siano necessarie, per ora, delle limitazioni. Il quadro epidemiologico non ci porta a fare valutazioni così stringenti e le vaccinazioni procedono.

Contro la variante Delta dobbiamo ampliare l'utilizzo del green pass ma estenderlo a 360 gradi non è necessario».

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