"Il Nobel a Machado aiuta la nostra causa. Ora sogno un Venezuela libero e unito"

L'ex sindaco di Caracas in esilio Antonio Ledezma: "Maduro è un tiranno"

"Il Nobel a Machado aiuta la nostra causa. Ora sogno un Venezuela libero e unito"
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Antonio Ledezma è un simbolo dell'opposizione venezuelana. Ex sindaco di Caracas, è stato arrestato dal regime chavista. Evaso dai domiciliari, ha sfidato l'esilio per continuare a denunciare le violazioni dei diritti umani in Venezuela e la repressione di Maduro. Per Ledezma, Maria Corina Machado, Nobel per la Pace, è "la voce che incarna la dignità di un popolo".

Qual è il suo ricordo più forte da sindaco di Caracas?

"Sono contrastanti. Il primo risale alla notte in cui fui eletto con più di 800mila voti: fu un'esplosione di emozioni ed euforia, non solo dentro di me, ma anche tra tutta la gente che mi aveva sostenuto. L'altro ricordo, invece, è inevitabilmente più doloroso: il 19 febbraio 2015, quando fui sequestrato nel mio ufficio e incarcerato. Rimasi prigioniero per più di mille giorni, e per riconquistare la libertà dovetti evadere".

Cosa rappresenta oggi il regime di Maduro per il Venezuela?

"Il regime di Maduro rappresenta l'ostacolo sul cammino di un popolo che vuole lasciarsi alle spalle l'amaro tratto della tirannia, della dittatura e dell'impoverimento dei venezuelani, per poter inaugurare una nuova fase di pace, fratellanza e progresso".

Qual è stato il momento più difficile del suo esilio?

"È stato percepire, da lontano, il dolore di una patria assente. Quando, il 17 novembre 2017, misi piede in territorio colombiano, lo feci ripetendo dei versi del poeta Andrés Eloy Blanco, che dicevano: Va' camminando all'indietro, così sentirai che stai tornando. E così feci".

Si sente ancora in pericolo?

"Certo che sì, ci sentiamo ancora in pericolo. Il regime ha messo in atto quello che loro chiamano la brezza bolivariana, un progetto maligno che consiste nell'inviare gruppi vicini al regime a compiere misfatti in Cile, in Argentina, in Perù, negli Stati Uniti, ovunque nel mondo. Si sente l'ombra della dittatura sulle proprie spalle".

Che ruolo dovrebbe avere la comunità internazionale?

"Il recente riconoscimento a María Corina Machado con il Premio Nobel dimostra che la comunità internazionale riconosce in lei un'autentica leadership e sa che esiste un presidente legittimo, Armando González Urrutia. Quella stessa comunità ha iniziato a imporre sanzioni contro i responsabili di crimini contro l'umanità".

Pensa che il premio possa aiutare l'opposizione a Maduro?

"Certo che sì, possa aiutare e lo stia già facendo. Sono uno dei tanti membri della diaspora, e ogni giorno contribuisco affinché i venezuelani restino in piedi, uniti nella lotta e solidali con il percorso e l'agenda di lavoro portati avanti da María Corina Machado e da tutti i compagni e le compagne che condividono con noi la vita in esilio".

Qual è oggi la speranza del popolo venezuelano?

"La speranza del Venezuela è provocare un grande ricongiungimento: che le famiglie oggi divise possano ritrovarsi grazie al ritorno degli esiliati.

In secondo luogo, che il Paese smetta di essere il cortile dei delinquenti, che si liberi dalle mafie e da una corporazione criminale, per tornare a essere una nazione capace di mettere al servizio del proprio sviluppo integrale l'enorme potenziale che possiede. Che il Venezuela possa risollevare la sua industria degli idrocarburi e far sì che l'estrazione di petrolio, gas, oro e altri minerali generi le risorse necessarie a soccorrere chi oggi è immerso nella miseria".

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