"Noi ancora qui dopo 29 anni. Insostituibili per l'Italia"

Berlusconi mette i paletti su casa e intercettazioni. E festeggia l'anniversario della sua "discesa in campo"

"Noi ancora qui dopo 29 anni. Insostituibili per l'Italia"

«L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita il mio mestiere di imprenditore. Qui ho anche appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare». Tornando al 26 gennaio del 1994, queste sono le prime parole del celebre discorso con il quale Silvio Berlusconi annuncia la sua discesa in campo. La ricorrenza, ieri, è stata celebrata con una torta, mostrata dallo stesso leader azzurro sui social. Un'occasione, questa, per sottolineare quei valori che allora come oggi sono il motore dell'azione politica di Forza Italia. Un partito, come ha commentato ieri il coordinatore nazionale Antonio Tajani, che proprio 29 anni fa «diventava la casa di chi crede nella libertà». Berlusconi su Instagram ricorda quel giorno e conferma che quei propositi sono vivi e vitali ancor oggi. «Grazie a Forza Italia - dice -, sono riuscito a impedire la salita al potere della sinistra alla quale alcuni magistrati avevano spianato la strada. Una sinistra ancora comunista, figlia di un'ideologia responsabile di 85 milioni di morti. Una sinistra i cui leader erano stati fino a pochi anni prima ammiratori dell'Unione Sovietica, un Paese nemico dell'Italia, dell'Occidente, della libertà». Berlusconi ritiene proprio la difesa dei valori liberali il suo maggior successo. «Noi qui dopo 29 anni. Siamo ancora insostituibili», aggiunge. E intanto ricorda alcuni meriti della sua azione di governo. «Siamo stati i soli a non mettere le mani nelle tasche degli italiani - sottolinea -. I soli a mantenere la disoccupazione sotto la media europea». «Con noi - aggiunge - sono diminuiti gli sbarchi. E i più grossi risultati ottenuti nella lotta alla mafia sono arrivati con noi al governo». E c'è spazio per ricordare la campagna elettorale per le regionali. «Siamo ancora noi di Forza Italia - dice - la prima garanzia di buongoverno, di buonsenso, di pragmatismo, di concretezza e di capacità. Siamo il cuore, siamo l'anima del centrodestra e di questo governo».

Berlusconi è tornato a parlare di casa, prendendo le distanze dalla cosiddetta Direttiva Casa green con la quale Bruelles prevede l'obbligo per gli edifici di raggiungere la classe energetica superiore entro il primo gennaio 2030. Questa direttiva, sottolinea il presidente di Forza Italia, «colpirebbe secondo i nostri calcoli quasi nove milioni di edifici. Davvero non possiamo costringere le famiglie a pagare questa nuova tassa. Servono incentivi e non imposizioni».

Intervistato da Paolo Del Debbio per Diritto e rovescio (Retequattro) il leader azzurro è tornato a parlare di intercettazioni e di lotta alla mafia. L'arresto di Matteo Messina Denaro, dice il Cavaliere, «conferma che a lottare seriamente contro la mafia siamo noi, non la sinistra giustizialista che usa l'antimafia come strumento di lotta politica e che aveva isolato e attaccato Giovanni Falcone da vivo per poi santificarlo da morto. E sulle intercettazioni aggiunge: «Sono indispensabili per le indagini di mafia e di terrorismo.

In questi casi nessuno le vuole proibire, neppure noi. Però non si può nemmeno pensare di trattare tutti gli italiani come se fossero sospetti mafiosi o sospetti terroristi. Da garantista e da liberare questo mi fa addirittura orrore».

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