Coronavirus

"Noi in guerra, il nemico è qui". Macron ora copia gli italiani

Troppi furbetti, annunciata un'ulteriore stretta: si esce solo per curarsi e per la spesa. Parigi, schierato l'esercito

"Noi in guerra, il nemico è qui". Macron ora copia gli italiani

«Completo», «soppresso», «non disponibile per la prenotazione». La paura di una quarantena generale ha stravolto la «via di mezzo» francese in una notte. Ancor prima che Emmanuel Macron si rivolgesse alla nazione per annunciare il da farsi con misure «all'italiana» per battere il Covid-19, Parigi si è svegliata con le prime scene da si salvi chi può. Assalti alle stazioni, incertezza e fughe da una città già in odore di chiusura: da oggi alle 12, ha annunciato il presidente, «in vigore restrizioni della libertà personale» con tanto di esercito in strada in tutta la Francia.

Dopo un fine settimana elettorale con famiglie e ragazzi lungo la Senna, a spasso nel verde parigino, ieri l'Eliseo si è confrontato coi predecessori in un Paese che conta già 5.423 contagi e, contrariamente ai consigli dell'Oms, pochissimi test fatti rispetto all'Italia. François Hollande e Nicolas Sarkozy sentiti telefonicamente e alle 17 l'incontro con i presidenti di Senato e Assemblea nazionale. Infine un discorso alla nazione sintetizzabile in un'unica maniera: «Il nemico è invisibile, ma è qui, siamo in guerra», dice Macron a più riprese. «Si esce solo per fare la spesa. Dappertutto, in Francia come nei territori d'Oltremare. Tutte le infrazioni saranno punite. Lo sforzo inedito che vi chiedo è obbligato dalle circostanze».

La libertà di movimento, col patto della cautela, non ha funzionato. Non per inibire la replicazione virale del Covid-19. La fase 2 ha inspiegabilmente consentito il voto in 35mila comuni («30mila hanno ora un consiglio comunale», ha spiegato Macron per mettersi a riparo dalla polemica sull'epidemia affrontata in modo soft in favore del voto). Parlarsi, stringersi la mano, distanze di sicurezza non rispettate e ironie di cattivo gusto come la tosse di Carlà, ora però sono un problema sanitario, anche per il Consiglio scientifico e politico che aveva dato via libera a seggi aperti.

«Restate a casa, mantenete la calma, leggete. Evitate attacchi di panico. Siate responsabili», insiste il presidente che annuncia a sorpresa anche la «sospensione» di tutte le riforme in corso «a partire da quella delle pensioni». Sul sito della Sncf a mezzogiorno era però già partita la corsa ai treni per lasciare la regione. Un caos. Scene identiche a quelle di Milano nei giorni scorsi. Autobus presi d'assalto e banlieue in preda a raptus da accaparramenti nei supermercati.

Il primo round delle municipali, in piena diffusione dell'epidemia di coronavirus, si era svolto tra biro portate da casa e paura del vicino. Ristoranti e negozi chiusi da sabato, da ieri anche le scuole. Poi le voci di quarantena generale della Francia circolate domenica sera, con i politici costretti a condividere le dirette tv con medici. Macron non pronuncia però la parola quarantena in tv: «Ciascuno deve limitare il numero di persone con cui entra in contatto ogni giorno, per questo ho deciso di rinforzare ancora le misure per ridurre gli spostamenti e i contatti allo stretto necessario», dice. Modello Italia.

Ieri mattina l'esodo da una Parigi per la prima volta alle prese con 45 minuti di attesa per entrare al supermercato era già scattato. L'estensione della quarantena «all'italiana», con misure più aspre legate agli spostamenti (valido solo «il tragitto necessario per andare a lavorare e per fare attività fisica, ma senza incontrare amici»), durerà almeno «per 15 giorni». «Nessuna impresa sarò esposta a rischio di fallimento», dice Macron rimandando a un decreto ad hoc. Basterà a cancellare folle e assembramenti incoscienti? Intanto trasporti dimezzati a Parigi e nell'intera area metropolitana, parchi e giardini chiusi da ieri, con metro, treni e bus a mezzo regime. Serrati i tribunali. Fermo anche il cantiere di Notre-Dame. La cattedrale che doveva essere ricostruita in cinque anni, come promesso dal presidente, dovrà aspettare. Dal premier Edouard Philippe trapela pure una data provvisoria per i ballottaggi: il 21 giugno.

Una quindicina intanto i deputati positivi al Covid-19 e pure alcuni sindaci tra cui quello di Nizza.

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