"Da noi meno migranti, ma più cattivi"

Il sindaco di Lampedusa: nell'hotspot 100 tunisini, molti sono pericolosi

"Da noi meno migranti, ma più cattivi"

Da qualche mese, a Lampedusa, il clima è cambiato: meno vento buonismo, più folate di pragmatismo. Merito del neo sindaco «pescatore» e «comunista», Salvatore Martello, 62 anni, che - con un cognome così - è obbligato a picchiare duro. Eppure, al di là dei «colpi» retorici, l'emergenza-migranti sull'isola resta. Ma a Lampedusa ci si è liberati almeno di quella stucchevole aurea di politicamente corretto che aveva nel predecessore di Martello - il «Premio Nobel per la pace», Giusi Nicolini - la sua icona renziana. L'ex premier se la portò perfino alla Casa Bianca, presentandola a Obama come la campionessa dell'accoglienza. Per la Nicolini decine di copertine e servizi in tv. Una star «salva profughi» nella Hollywood triste dei barconi. Per lei, nei salotti radical chic, solo ovazioni; peccato che, quando si è ripresentata alle elezioni, i lampedusani l'abbiano clamorosamente trombata. Preferendole un Martello, che la tessera del pd l'ha stracciata anni fa.

Sindaco, pentito di aver chiesto come primo atto del suo nuovo mandato la chiusura dell'hotspot?

«No. Era solo una provocazione».

Per ottenere cosa?

«Il rispetto delle leggi. Della dignità dei miei cittadini. E di quella anche dei migranti».

Ci spieghi meglio.

«Non sono mai stato contrario all'accoglienza. Ma a patto che sia gestita con intelligenza».

Cosa intende per «intelligenza»?

«Se l'hot spot è stato concepito per accogliere un certo numero di ospiti, non se ne possono ammettere il triplo. Se poi si decide che debbano stare chiusi all'interno dei cancelli, non gli si può consentire di girare liberamente in paese, infastidendo i cittadini».

È accaduto?

«È successo in passato, speriamo non ripeti in futuro».

Com'è ora la situazione?

«Abbiamo solo 100 migranti».

Nazionalità?

«Tutti tunisini. Purtroppo».

Perché «purtroppo»?

«A differenza degli africani subshariani che sono tendenzialmente molto tranquilli, i tunisini sono invece molto agitati».

«Agitati»?

«Insomma, commettono reati di vario tipo».

Ne ha parlato col ministro dell'Interno, Marco Minniti?

«Sì, e sono stato ascoltato. A differenza di Angelino Alfano che non ti ascoltava nemmeno, è già un bel passo avanti...».

Lei si dichiara orgogliosamente comunista.

«Sono le mie radici. E le radici non si rinnegano mai».

È orgoglioso anche di essere un pescatore.

«I pescatori sono persone leali e altruiste».

Anche lei lo è?

«Giudicheranno i lampedusani. Se non sarò in grado di dimostrarlo, è giusto che mi rimandino a casa».

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