"Noi trucidati dai jihadisti di Al Sharaa"

La voce dei drusi: "Attaccati dai beduini, ma massacrati dalle milizie del governo"

"Noi trucidati dai jihadisti di Al Sharaa"
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Adam l'abbiamo conosciuto nel 2012, all'inizio della spietata guerra civile siriana. A quel tempo Sweida era un città tranquilla, lontana anni luce dal sangue che scorreva ad Homs ed Aleppo. Oggi Adam parla al telefono da un epicentro dell'orrore, da una Sweida dove beduini e miliziani jihadisti fedeli al presidente Ahmad Al Sharaa si sono lasciati dietro oltre 1.500 cadaveri di drusi uccisi e massacrati senza pieta.

"Sai dove abito? - mi chiede Adam - la casa da cui ti parlo è a trenta metri dal quartiere beduino. Fino a poco tempo fa lavoravamo con loro, li invitavamo ai nostri matrimoni, festeggiavamo assieme la fine del Ramadan, vivevamo in perfetta armonia. Ma da quando il potere è passato nelle mani di Al Jolani o di Al Sharaa, chiamatelo come volete, tutto è cambiato. Il governo ha iniziato a descrivere i drusi come una comunità di infedeli e miscredenti. Da lì ad incitare i beduini ad assalirci e a trasformarli nello strumento della nostra persecuzione c'è voluto poco. Hanno iniziato insultandoci e tirandoci pietre quando attraversavamo i loro quartieri, nella zona Est di Sweida, una strada obbligata per raggiungere i nostri campi coltivati. Poi hanno preso a fermare le nostre automobili, a minacciarci, a colpirci. Così sono divampati l'odio e gli scontri. Ma loro avevano molte più armi perché - quando è caduto il regime di Bashaar al Assad - sono stati i primi a razziare gli arsenali del governo abbandonati da polizia e militari portandosi via mitragliatrici, mortai e lanciarazzi anticarro. Gli scontri armati sono iniziati il 15 luglio, ma credimi è stato solo l'inizio dell'orrore".

La voce di Adam al telefono si fa flebile, esitante, a tratti spezzata dal singhiozzo. "Il vero orrore è iniziato quando sono arrivate le milizie del governo, la cosiddetta Sicurezza nazionale mandata da Damasco. Purtroppo ci abbiamo messo poco a capire con chi stavano. Appena arrivati si sono schierati con i beduini e hanno incominciato a darci la caccia. Quando siamo riusciti a catturarne un paio hanno ammesso di aver l'ordine di difendere i beduini e dare una lezione a noi drusi".

La realtà più sconcertante emerge quando Adam e altri drusi di Sweida si ritrovano faccia a faccia con la cosiddetta "Sicurezza nazionale". "Avevano - racconta - occhi intrisi di odio, erano venuti per massacraci. Molti portavano cuciti sulle divise i simboli dell'Isis. Il presidente Al Sharaa ha detto che si trattava di milizie fuori controllo, ma arrivavano da Damasco e prendevano ordini dai suoi comandanti. Erano semplicemente gli stessi che obbedivano agli ordini di Al Jolani - alias Al Sharaa - quando ancora guidava l'Isis e Al Qaida. Qui a Sweida hanno usato gli stessi metodi. Sono entrati nelle nostre case e hanno massacrato intere famiglie. Abbiamo ritrovato alcuni dei nostri martiri legati alle sedie e bruciati vivi. I nostri giovani che credendo alle loro promesse hanno deposto le armi sono stati fucilati e sgozzati ai bordi delle strade. Non hanno risparmiato neanche i neonati. Ne abbiamo trovato uno fatto a pezzi e abbandonato dentro uno scatolone. Finché non abbiamo buttato i beduini fuori dalla città è stato un inferno. E purtroppo non cambierà".

Gli chiediamo perché. L'ultimo singhiozzo di Adam si scioglie in una risata. "Come fate a chiedermelo, come fate a non capire. Voi europei e americani siete ciechi? O vi divertite a giocare con le nostre vite? Qui a Sweida noi drusi abbiamo avuto 1.500/1.600 morti in pochi giorni. All'inizio dell'anno era toccato agli alawiti. E qualche settimana fa anche ai cristiani, pronti come voi europei a dar retta ad Al Jolani. Per favore aprite gli occhi, non scherzate con le nostre vite.

Al Jolani è l'Isis! Il presidente Al Sharaa è Al Qaida! I suoi uomini sono gli stessi di quando si faceva chiamare Al Jolani, ma oggi controllano tutta la Siria. Una Siria in cui per noi e per le altre minoranze non c'è più futuro".

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