Nomine e 25 aprile, zuffa fra direttori Rai

Vianello bacchettato per il tweet asettico di Radiorai sulle foto di Napoli

Nomine e 25 aprile, zuffa fra direttori Rai

Il 25 aprile si dividono tutti, s'accapigliano tutti, dibattano tutti. Figuriamoci se non accade anche in Rai, dove regna un limbo da «8 settembre», e non si sa se ci sarà una «dichiarazione di resa», una «liberazione» e una «cacciata degli occupanti». Che - secondo gli attuali vertici politici - sono l'amministratore delegato Carlo Fuortes, che si è abbarbicato nel suo fortino, e molti dirigenti orientati a sinistra. Dunque, non stupisce che, in questo clima, un direttore considerato vicino al centro destra «rimproveri» pubblicamente un altro collega, considerato invece di area progressista, proprio in merito al 25 aprile. Succede a Radio Rai dove il direttore di tutta la radio pubblica, Roberto Sergio, che è in predicato di sostituire il medesimo Fuortes con il benestare della presidente Giorgia Meloni, attacchi il direttore dei giornali radio e di Radio1, cioè di una delle testate coordinate da Sergio medesimo, per aver pubblicato sui social la notizia delle foto di Meloni e La Russa appesi a testa in giù a Napoli, senza commentarla e senza prenderne le distanze. Come a dire, Vianello non ce la fa a esprimere solidarietà ai politici di Fratelli d'Italia, benché rappresentanti delle nostre istituzioni, mentre la Rai dovrebbe essere quantomeno «pluralista». Anzi, meglio, dovrebbe essere riequilibrata a destra, come si prepara a fare, appunto, Roberto Sergio in tandem con Giampaolo Rossi che dovrebbe diventare direttore generale.

Comunque, RadioRai1 aveva twittato queste parole: «Foto a testa in giù della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e dei ministri dell'Interno, Matteo Piantedosi e dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sono state affisse a Napoli nei pressi di luoghi simbolo della Resistenza». Notizia secca, senza commenti, come tante altre lanciare dalla redazione di RadioRai1. Risposta di Roberto Sergio: «Naturalmente nessun commento, distinguo di fronte a questa violenza. Anzi la direzione di Radio 1 amplifica la violenza pubblicando le immagini». Un attacco durissimo al collega Vianello, un attacco stigmatizzato dal sindacato interno («Una prima assoluta e molto grave») e dal consigliere di amministrazione Riccardo Laganà: «La redazione di Radio1Rai ha dato asetticamente la notizia del grave gesto, ha fatto cronaca; e nella cronaca esistono solo i fatti e non i commenti. Il giornalismo racconta le circostanze e lascia al pubblico le opinioni».

In ogni caso, Sergio, in questo modo dà il benservito pubblicamente a Vianello: la sua testa sarà tra le prime a cadere se dovesse mai realizzarsi il piano di sostituzione dei vertici Rai.

Cosa, peraltro, sempre più complicata: Fuortes non ha intenzione di dimettersi finché non gli si trova un'altra poltrona di prestigio (e quelle da lui desiderate di sovrintendente della Scala o del San Carlo di Napoli non possono essere liberate). E una soluzione, per ora, non si trova. Intanto in Rai c'è una guerra civile e, alla fine, si rischia una vera sconfitta totale.

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