Non è ancora il momento di contarsi

Da Campobasso a Strasburgo, il passaggio può essere fulmineo

Non è ancora il momento di contarsi
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Da Campobasso a Strasburgo, il passaggio può essere fulmineo. Archiviate con successo le ultime elezioni regionali, il centrodestra si è proiettato con largo anticipo verso le europee del 2024. Le fibrillazioni degli ultimi giorni, dalle aperture di Salvini alla Le Pen ai veti anti estrema destra di Tajani, certificano l'avvio ufficioso di una lunga campagna elettorale. Un fenomeno che pare consumarsi in prevalenza all'interno della maggioranza di governo, non tanto come smania di potere ma come effetto secondario di un'opposizione in crisi nera che non scalpita per contarsi.

A sinistra lo schema è più semplice. La Schlein per un anno rinuncerà a virare al centro, proprio per dare la mazzata finale alle urne ai competitors dei 5 Stelle. La segretaria dem, fragile anche nei sondaggi, punta tutto sul fare piazza pulita tra gli elettori della sinistra radicale. Per poi eventualmente pensare a costruire un'alternativa di governo nella seconda parte della legislatura.

I partiti del centrodestra, legittimati dai recenti passaggi elettorali, cercano già di sottrarsi voti l'un l'altro in una specie di elezione di «midterm» che non ha mai creato problemi agli esecutivi in carica per il carattere quasi «amichevole» della competizione. Senza dimenticare che le europee sono ancora basate su un sistema proporzionale puro che dissuade listoni e alleanze.

Per il governo Meloni non ci sono scossoni in vista, come si premura di avvisare il vicepremier leghista Salvini. Ma è inevitabile che l'avvicinarsi della scadenza del 2024 possa produrre frizioni di giornata. Riassumendo: Fratelli d'Italia punta sulla crescita dei Conservatori europei, di cui Giorgia Meloni è la leader continentale. La Lega vuole cancellare la sinistra da Bruxelles a costo di formare un cartello di destra sovranista allargato ai nazionalisti francesi di Marine Le Pen. Forza Italia, che si pone come il centro moderato rappresentato dal Ppe, non accetterà mai accordi con gli estremisti francesi e tedeschi. Queste le enunciazioni di principio, poi saranno i risultati delle urne a indicare le combinazioni praticabili, con realismo, per governare l'Unione europea tramite la Commissione.

Non è ancora il momento di considerare il cammino del governo, formatosi appena otto mesi fa, al riparo da imboscate politiche e mediatiche, nonostante i numerosi colpi a vuoto inferti dalla minoranza.

La guida dell'Europa, finora permeata di ideologia radical-ambientalista sul versante di sinistra, richiede la massima attenzione. Ma non a scapito dell'esecutivo di centrodestra scelto dagli elettori italiani dopo 11 anni di formule di Palazzo.

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