Coronavirus

"Non è una bocciatura ma è un segnale di serietà"

Il farmacologo: "Succede in quasi tutti gli studi clinici. Gli altri percorsi a buon punto sono Moderna e Pfizer"

"Non è una bocciatura ma è un segnale di serietà"

La notizia della battuta d'arresto nella sperimentazione del vaccino di Oxford-AstraZeneca ha infranto in pochi minuti le speranze di tutto il mondo. Ma è davvero così grave? A spiegare cosa accade nei laboratori è il farmacologo Silvio Garattini, fondatore dell'istituto Mario Negri.

Cosa significa questo stop alla sperimentazione per reazioni anomale in un paziente?

«Non è una bocciatura. Vuol dire semplicemente che lo studio rallenta. Ma non salta nulla. Un incidente del genere accade in quasi tutti gli studi clinici controllati, è una cosa assolutamente normale. Anzi, prendiamola come un segnale positivo».

In che senso?

«In questa corsa al vaccino, questo caso ci dà la garanzia che la sperimentazione condotta da AtraZeneca-Oxford è seria e controllata e che i ricercatori si stanno muovendo in modo del tutto trasparente. Quindi interpretiamo la battuta d'arresto come un messaggio buono e non facciamo troppo chiasso su quanto accaduto».

Cosa succederà ora?

«Bisognerà innanzitutto capire se le reazioni anomale manifestate dal paziente sono realmente dovute alla somministrazione del vaccino sperimentale o se sono causate da altro. Non dimentichiamo che il vaccino agisce sul virus ma non sulle altre patologie che una persona può avere. Ad esempio, un paziente può avere un infarto durante la sperimentazione per cause del tutto slegate. Il fatto che Oxford abbia comunicato questo caso è importante anche perchè ora gli altri centri di ricerca potranno verificare se hanno registrato situazioni simili. Fondamentale è capire se è stato un caso isolato o se ci sono stato episodi simili. E bisogna verificare con quale frequenza sono capitati. Potrebbero volerci pochi giorni per la decisione del comitato indipendente deputato alla valutazione dell'evento avverso che si è verificato nella sperimentazione del vaccino di AstraZeneca».

Ora perde terreno, ma lo studio di Oxford finora è stato il più promettente. Quali altre sperimentazione meritano attenzione?

«Molto interessante lo studio della statunitense Moderna, già in fase tre. Anche Pfizer è a buon punto. Insomma, ci sono vari studi buoni. Molti di queste aziende, grazie alle sovvenzioni, hanno già iniziato a produrre».

La produzione del vaccino di Oxford si fermerà?

«Non credo proprio. Non si ferma la produzione per un episodio e basta. Bisognerà capire come procederanno gli approfondimenti».

Nella corsa ai vaccini siamo stati abituati ad annunci un po' troppo ottimisti sulle tempistiche per la cura, non crede?

«In parte sì ma c'è anche da dire che mai come ora si è vista questa grande disponibilità di mezzi, vista l'urgenza. Sono arrivati abbondanti finanziamenti e c'è stata una riduzione dell'iter di sperimentazione per accelerare il più possibile la ricerca».

Quando avremo la cura?

«Difficile dirlo. Annunciarlo adesso è come tirare a indovinare. Dipende da tanti fattori: da come procederà la sperimentazione, da eventuali altri casi con effetti collaterali da analizzare».

Tanti politici millantano di avere il vaccino praticamente in mano.

«Io credo che la politica non debba entrare nei laboratori».

Cosa pensa invece dei vaccini anti influenzali. Quest'anno vanno fatti?

«Sì, assolutamente.

Sono fondamentali per evitare i dubbi diagnostici, altrimenti rischieremo di trattare come Covid influenze che invece non lo sono ma che hanno sintomi simili».

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