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"Tesi copiata? Non diffamò Azzolina": il gip dà ragione a Salvini

Il pm e il gip hanno concordato che il tweet di Matteo Salvini sulla presunta copiatura della relazione di specializzazione di Lucia Azzolina non fu diffamatorio

"Tesi copiata? Non diffamò Azzolina": il gip dà ragione a Salvini

Il giudice per le indagini preliminari ha deciso di archiviare l'indagine a carico di Matteo Salvini nata dalla querela per diffamazione sporta all'allora ex ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina per un tweet del leader della Lega. Tutto parte da un articolo de la Repubblica del gennaio 2020, che Matteo Salvini commentò con un post sui social, che poi rimosse. Il centro della questione è la presunta copiatura dell'elaborato finale di specializzazione dell'allora ex ministro in forza al Movimento 5 stelle.

"Fare peggio del ministro Fioramonti sembrava impossibile. E invece Azzolina ci stupisce: non solo si schiera contro i precari, ma ora scopriamo che copia pure le tesi di laurea. Un ministro così non ha diritto di dare (e fare) lezioni. Roba da matti. Si vergogni e vada a casa", scrisse Matteo Salvini scatenando le ire di Lucia Azzolina. A distanza di quasi due anni, dopo la parentesi pandemica, la querelle si è risolta con un nulla di fatto. Sia per il pm di Milano, che dopo le indagini aveva chiesto l'archiviazione, che per il gip Roberto Crepaldi, in sostanza, non c'è stata diffamazione in quanto non era competenza di Salvini verificare la veridicità del lavoro giornalistico e inoltre le frasi a commento dell'articolo rientravano del diritto di critica politica del senatore del Carroccio senza che queste fossero trascese nell'insulto personale.

In quei giorni, Lucia Azzolina era da poco subentrata a Lorenzo Fioramonti. Il quotidiano la Repubblica scrisse che, per il suo elaborato consegnato a conclusione del percorso di studi presso la scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario, il neo ministro utilizzò diverse fonti senza mai citarle, nemmeno nella bibliografia. L'elaborato finale di Lucia Azzolina si intitolava "Un caso di ritardo lieve associato a disturbi depressivi" ed era composto da 41 pagine. Il quotidiano trovò che quattro estratti della relazione fossero molto simili con altri, scritti da autori diversi antecedenti al lavoro di Lucia Azzolina.

La replica dell'ex ministro a Salvini fu piccata: "Non fatevi prendere in giro, non è né una tesi di laurea, né un plagio. Ho sentito tantissime sciocchezze in queste ore, d’altra parte non mi stupisce che Salvini non sappia distinguere una tesi di laurea da una relazione di fine tirocinio Ssis (Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario): non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se le distinguesse".

Le parole di Lucia Azzolina arrivarono da Cracovia, dove l'ex ministro in quel momento si trovava per il viaggio della memoria.

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