Giuseppe Conte, diventato ormai il perno della maggioranza giallorossa, è impegnato nella caccia ai voltagabbana per sistemare la situazione al Senato, dove i numeri sono ballerini e il governo rischia di andare sotto da un momento all'altro. Le forti preoccupazioni riguardano anche le commissioni, che potrebbero essere bloccate se Italia Viva dovesse passare dall'astensione alla contrarietà. La strada però è tutta in salita soprattutto in seguito al caso Lorenzo Cesa: l'ormai ex segretario dell'Udc è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il fatto ha provocato un rallentamento delle trattative con i responsabili, visto che si puntava molto sui centristi. E per il premier i guai non sono finiti qui: adesso anche nel Movimento 5 Stelle c'è chi inizia ad abbandonare la linea del "per forza con Giuseppe".
Ovviamente non saranno i grillini a far cadere il presidente del Consiglio, dato che rappresenta l'ultima figura politica in grado di mantenere una soglia di preferenze nei sondaggi al 15%. Ma ciò che si segnala è una certa indisponibilità nel difendere a tutti i costi l'attuale inquilino di Palazzo Chigi. A telecamere spente non si perde occasione per sottolineare che la strategia portata avanti dall'avvocato "ci ha portati in un vicolo cieco". La tesi sostenuta da molti pentastellati è che avrebbe dovuto ascoltare di più il Quirinale piuttosto che fare di testa sua e temporeggiare così tanto andando allo scontro con Matteo Renzi.
Malumori nel M5S
Qualcuno spiega che la difesa a oltranza di Conte è dettata dallo spauracchio del voto. Effettivamente la maggior parte dei 5S - alla luce del flop elettorale e del taglio dei parlamentari - non rientrerà più in Parlamento. Quindi per loro meglio tirare a campare. Intanto, come scrive Marco Antonellis su Affari Italiani, tra i consigli rivolti al premier vi è anche quello di evitare di fare i medesimi passi falsi del leader di Italia Viva: "Certo, Renzi ha sbagliato, ma Conte ora non deve commettere gli stessi errori". Il timore è che la fase di stallo politica si possa prolungare eccessivamente a causa di una battaglia personale tra i due.
C'è fretta di trovare altri costruttori a Palazzo Madama per evitare l'incidente: mercoledì è previsto il voto in Aula sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia e l'esecutivo rischia davvero grosso. Le minacce dei renziani di certo non aiutano. Non a caso se n'è parlato tanto nelle riunioni tra i 5 Stelle: "Bisogna assolutamente trovare una soluzione, soprattutto al Senato...". Pure la strada del rimpasto è assai spinosa. "La squadra di governo non si tocca", vanno ripetendo i grillini.
Se il presidente del Consiglio dovesse ritoccare lo scacchiere giallorosso o implode l'esecutivo o implode il M5S. Nei pentastellati però cresce l'insofferenza: "Non possiamo morire contiani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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