Il caso della famiglia anglo-australiana che viveva nel bosco di Palmoli non è più soltanto una vicenda giudiziaria, ma è ormai un terreno di confronto politico diretto tra governo, magistratura e opinione pubblica.
L'allontanamento dei tre bambini, disposto dal Tribunale dei minori dell'Aquila dopo verifiche avviate in seguito a un ricovero per intossicazione da funghi, ha innescato una reazione istituzionale immediata: la premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno discusso del caso, valutando anche l'invio di ispettori per analizzare la correttezza del procedimento.
Nordio ha definito l'intervento "un atto estremamente doloroso" da approfondire con attenzione, sottolineando come la scelta di vivere in modo non convenzionale non possa di per sé costituire motivo di intervento se non incide sulla sicurezza e sull'educazione dei minori. "Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire. Bisogna fare accertamenti profondi, in questo momento è prematuro fare qualsiasi considerazione procedurale" spiega il Guardasigilli. La volontà politica del governo appare comunque quella di vigilare sugli interventi percepiti come invasivi rispetto all'autonomia familiare.
Dura e frontale la reazione di Matteo Salvini, che parla apertamente di "sequestro" e di decisione "vergognosa", accusando giudici e assistenti sociali di interferire nelle scelte educative dei genitori. La reazione degli organismi di rappresenta dei magistrati non si fa attendere. L'Associazione nazionale magistrati ricorda che il provvedimento nasce da valutazioni tecniche relative a sicurezza, condizioni igieniche, socialità e obbligo scolastico, mettendo in guardia contro le "strumentalizzazioni" politiche che rischiano di mettere in secondo piano i diritti dei minori, primi soggetti da tutelare secondo la Costituzione. "L'ordinanza è stramotivata, è lunga dieci pagine - sibila il segretario dell'Anm, Rocco Maruotti - Csm e l'Anm servono anche a difendere i magistrati quando vengono inopportunamente attaccati dalla politica".
Nel frattempo, la vicenda ha prodotto un forte impatto sociale: petizioni online hanno superato le decine di migliaia di firme, mentre la Lega Abruzzo ha organizzato una propria raccolta firme nelle piazze, trasformando il caso in una mobilitazione popolare. La narrativa della "famiglia nel bosco" si è rapidamente caricata di simbolismi: da un lato il richiamo alla libertà educativa e allo stile di vita alternativo, dall'altro la necessità dello Stato di intervenire quando emergono rischi per i minori. L'avvocato Giovanni Angelucci - che assiste la "famiglia del bosco" prepara intanto il ricorso contro l'ordinanza con cui il Tribunale per i minorenni di L'Aquila ha disposto la sospensione della potestà genitoriale alla coppia, collocando i tre bimbi in una casa famiglia. "I bambini sono vaccinati, non hanno problemi di socialità e neppure di scolarizzazione".
Circa il problema dell'agibilità e della salubrità della casa "abbiamo un certificato di idoneità statica rilasciato dall'ingegnere Di Muzio, tecnico di parte, e lo depositeremo: nel documento si attesta che la casa è sicura e non è a rischio crollo".