Dal nucleare tattico ai corpi speciali: il piano B di Israele

L'ipotesi se gli Usa non interverranno sul sito di Fordow. I rischi di guerra totale

Dal nucleare tattico ai corpi speciali: il piano B di Israele
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Se l'Iran non molla "aumenterebbe la probabilità che Israele usi armi nucleari tattiche per distruggere Fordow", il principale sito del programma nucleare iraniano, annidato sotto terra e impenetrabile dalle bombe convenzionali. L'alternativa del diavolo, se gli americani non intervenissero cercando di sfondare Fordow con i bombardieri strategici B-2 che sganciano le famose GBU-57/B teoricamente in grado di penetrare 90 metri di roccia e distruggere le centrifughe che avrebbero superato il 60% di arricchimento dell'uranio. Gli israeliani hanno bombardato ieri il reattore iraniano di ricerca da acqua pesante di Arak, che era ancora in costruzione. E sono tornati a colpire il sito ben più ostico di Natanz, che assieme ad Isfahan e Fordow sono il trittico del programma nucleare degli ayatollah, che potrebbe portare alla bomba. L'analisi ben informata sottolinea che "in assenza di un supporto degli Usa nella guerra contro l'Iran, Israele potrebbe usare le armi atomiche per distruggere Fordow, infrangendo il "tabù nucleare". L'arsenale, mai dichiarato, non gli manca: lo Stato ebraico avrebbe 90 testate di varia potenza comprese armi tattiche con il minimo di chilotoni capace di distruggere qualsiasi bunker. E di spargere radiazioni in un raggio limitato, ma sempre pericoloso.

Le Forze di difesa israeliane sono in grado di lanciare ordigni nucleari con i caccia F-35 modificati, i sottomarini classe Dolphin ed i missili balistici come il Jericho con una gittata di 4mila chilometri. Gli iraniani, però, potrebbero reagire con i vettori ipersonici, come il Fattah-1, che stanno già utilizzando per bucare le difese dello Stato ebraico, con testate chimiche o batteriologiche. Anche lo Shahab-3 e il Sejji sarebbero in grado di trasportare armi di distruzione di massa. Ufficialmente la Repubblica islamica ha distrutto le scorte di armi chimiche prodotte durante la guerra con l'Iraq negli anni ottanta, che usava il gas mostarda ed i nervini contro gli iraniani. Il sospetto, però, riguarda gli impianti a doppio uso che sfornano vaccini, presso il complesso militare di Parchin ad Est di Teheran, in grado di produrre armi chimiche e batteriologiche.

L'alternativa del diavolo scatenerebbe una guerra non convenzionale e senza limiti mai vista prima. Per questo motivo gli israeliani vogliono coinvolgere gli Usa con le superbombe da 14mila tonnellate. Il presidente Donald Trump sta chiedendo precise garanzie al Pentagono sull'efficacia degli ordigni, se veramente riuscirebbero a polverizzare il programma nucleare iraniano e non solo rallentarlo con danni più o meno ingenti. Altrimenti dovrebbero intervenire i corpi speciali sul terreno per finire il lavoro, ma l'ultima volta ai tempi di Carter e degli ostaggi in ambasciata è stato un disastro. Gli israeliani hanno sicuramente pianificato un blitz del genere ad alto rischio di fallimento e di eliminazione o cattura degli incursori. La Sayeret Matkal, una specie di Delta force, che sta già operando in Iran sotto il comando del Direttorato dell'intelligence militare, è specializzata in missioni dietro le linee nemiche, come lo Shaldag, l'unità di elite dell'Aeronautica militare. Sembra fantaguerra, ma tutto è possibile dopo la decapitazione dei vertici militari iraniani e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per individuare la traiettoria dei missili in arrivo, ma pure per le coordinate degli attacchi.

Oltre all'offensiva cyber degli ultimi giorni, che ha paralizzato la banca Sepah utilizzata da Pasdaran e sottratto 90 milioni di dollari in criptovalute dalla piattaforma Nobitex, che serviva per finanziare i giannizzeri degli ayatollah dal Libano allo Yemen.

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