LA NUOVA GUERRA FREDDA/ Tensione a Est

Le sanzioni contro Mosca per la crisi ucraina non sono solo sciocche ma anche ingiuste e irresponsabili. Ne è convinto Silvio Berlusconi, che in un applauditissimo intervento telefonico al raduno dei giovani di Forza Italia a Giovinazzo, in provincia di Bari, si scaglia contro l'Ue e anche contro il governo Renzi per «l'atteggiamento ridicolmente e irresponsabilmente sanzionatorio nei confronti della Federazione Russa, che non può non difendere i cittadini ucraini di origine russa che considera come fratelli». E tutto «a causa di una malaugurata carenza di leadership internazionale» che lascia spazio a Barack Obama per fare il bello e il cattivo tempo.

Sono ore drammatiche. Il cessate il fuoco alla frontiera tra Russia e Ucraina traballa, il Cremlino minaccia una dura reazione se le sanzioni economiche dei 28 membri dell'Ue, che potrebbero essere scolpite nella pietra oggi, entreranno realmente in vigore. Si profila un inverno al freddo per gli italiani senza il gas di Mosca. Ma non è solo questo ad angosciare Berlusconi, così come a spiegare le sue parole non è solo l'antica amicizia con Vladimir Putin. «Siamo in angoscia per la profonda crisi dell'economia che va di male in peggio - spiega un Berlusconi assai dolente - e ancor più per la situazione internazionale e per le decisioni dei vertici occidentali, americani, la Nato, i vertici europei che, direi incredibilmente e irresponsabilmente, hanno cancellato e stanno cancellando il grande lavoro e i risultati che avevamo conseguito noi, nel 2002, con il trattato di Pratica di Mare, mettendo fine a mezzo secolo di guerra fredda che ci aveva angosciati».

Ma non è solo il Cav a scagliarsi contro l'intransigenza occidentale nei confronti di Putin. Il segretario della Lega Matteo Salvini, a margine del forum di Cernobbio, fa il copia e incolla delle parole di Berlusconi: «Non sono né le sanzioni economiche né le minacce militari - argomenta l'«altro» Matteo - che possono migliorare la situazione, quindi mi sembra demenziale che la Nato con tutto quello che sta succedendo in Medio Oriente vada a rompere le scatole al confine con la Russia». Naturalmente la spiegazione può essere soltanto una: Che ci siano «interessi economici americani in ballo, ma questo a me non interessa».

In apparenza anche il governo Renzi sembra meno duro dei suoi alleati europei. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, per esempio, tiene il piede in due staffe. In un'intervista al Messaggero da un lato ammette che si debba «mostrare una posizione forte sulle invadenze, che non possono essere accettate», dall'altro però ricorda che solo la diplomazia e la trattativa: «Lavoriamo perché il percorso fatto con la Nato in questi anni, intavolando con la Russia un dialogo aperto, possa riprendere». Insomma, «va riannodato il dialogo: non è la Russia il nemico del domani. Non si può avere una posizione di rottura, da cui non si torna indietro».

E anche all'interno del Pd sembra prevalere la linea del dialogo. «Non c'è alternativa alla diplomazia e solo con il negoziato si possono mettere a tacere le armi», dice chiaramente Franco Marini alla festa nazionale dell'Unità di Bologna, rievocando quanto accadde un secolo fa alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, quando «l'egoismo di un nazionalismo sfrenato e l'inadeguatezza della gran parte dei gruppi dirigenti condussero il vecchio continente verso il baratro».

Di tutt'altro avviso il principale alleato di governo dei Dem, quel Nuovo Centrodestra che per bocca - anzi per twitter - di Fabrizio Cicchitto non ha dubbi: «Irresponsabile e avventurista è il comportamento di Putin nei confronti dell'Ucraina e dell'Europa».

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