Valeria RobeccoNew York Per la prima volta nella storia, Washington intende aprire gli archivi sul golpe militare in Argentina, e l'annuncio di Barack Obama dalla Casa Rosada suscita un'ovazione. Dopo la visita a Cuba e prima di spostarsi in Patagonia il presidente americano è a Buenos Aires, dove incontra il collega argentino Mauricio Macri e affronta uno dei periodi più difficili della storia tra i due Paesi. Durante gli anni '70 i «diritti umani non erano così importanti come la lotta al comunismo», afferma Obama: «Riconosciamo gli sforzi e il coraggio di chi si è opposto alle violazioni di tali diritti, e non solo in modo simbolico». Washington, infatti, intende «per la prima volta nella storia aprire gli archivi militari e dell'intelligence», statunitensi sul golpe del 1976. «Abbiamo la responsabilità di esaminare il passato con onestà e trasparenza e di essere responsabili verso il futuro. Ed è quanto faremo», assicura il Commander in Chief. Mentre Macri commenta: «Abbiamo tutti bisogno e il diritto di sapere quale sia la verità». «Non voglio andare a ritroso nella lista delle attività degli Usa in America Latina nel secolo scorso, ho il sospetto che tutti conoscano questa storia», precisa poi il presidente americano, garantendo che il suo obiettivo è quello di «ricostruire la fiducia tra i due popoli». Il viaggio di Obama, infatti, punta proprio a sottolineare una sintonia nuova tra Washington e Buenos Aires, ed è occasione per la firma di diversi accordi sulla lotta al narcotraffico, al terrorismo e alla povertà, ma anche per impegni e promesse di investimenti «per milioni di dollari». L'Argentina si trova in una «transizione storica», sottolinea l'inquilino della Casa Bianca parlando con i giornalisti. E per celebrare la nuova stagione delle relazioni con il paese dell'America Latina, al termine della cena in loro onore, il presidente e la first lady Michelle decidono di esibirsi in un tango con due ballerini professionisti. Ieri, però, cadeva il 40esimo anniversario del golpe guidato dal generale Jorge Rafael Videla. Per questo, accompagnato dal collega argentino, Obama si è recato nel «Parco della memoria» sul Rio de la Plata, che rende omaggio alle migliaia di ragazzi desaparecidos negli anni della dittatura.
«Prima di diventare presidente, ho studiato la storia della politica estera americana, e come capita con la storia di tutti i Paesi ci sono momenti di gloria e momenti in contrasto con quanto devo rappresentare», ammette Obama, garantendo però che gli Usa sono «maturati». Nonostante ciò, la coincidenza del viaggio con la ricorrenza del golpe ha sollevato polemiche tra alcuni gruppi di familiari delle vittime, che hanno invitato Obama a scusarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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