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Obama spiava tutti i leader Ma diceva: "Silvio is right"

Al G8 di Cannes del 2011 fu proprio il presidente Usa a stoppare la Troika che voleva commissariarci. Le comunicazioni dei capi di Stato europei controllate sin dal 2008

Obama spiava tutti i leader Ma diceva: "Silvio is right"

L'eterno complesso del gendarme del mondo, che sente la missione di tenere sotto controllo i propri alleati quanto (e a volte più) dei nemici. Per capire la portata delle rivelazioni di Wikileaks sullo spionaggio americano ai danni dell'Italia è utile collocare le caselle in un tempo preciso. È il 3 novembre 2011, a Cannes è in corso un G8 drammatico, la Germania e la Francia premono perché il Fondo monetario internazionale e la Troika prendano di fatto il controllo dell'economia italiana. Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, affronta una partita che appare disperata. Ma è Barack Obama che a sorpresa ne modifica l'esito. «I think Silvio is right». Cinque parole inequivocabili. Anni dopo si dirà che quella notte Angela Merkel fece qualcosa che le accade di rado: pianse.Eppure ora si scopre che nello stesso momento in cui prendeva la presidenza del G8 e si schierava con Berlusconi, il presidente americano autorizzava che i suoi servizi di intelligence intercettassero le conversazioni del capo del governo italiano: e insieme a lui quelle del suo ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che nella drammatica notte del 3 novembre era anche lui a Cannes. Un paradosso che si spiega solo con la visione imperiale di Washington, una visione che ha nelle strutture dei servizi segreti, nei suoi rapporti con il potere politico e nelle sue tecniche operative un riflesso speculare.Mentre a Cannes si tiene il G8, sono passati diciassette mesi da quando Obama ha nominato un nuovo capo per la Nsa, l'Agenzia per la sicurezza nazionale. Sfidando i dubbi di parte del suo partito, ha scelto un militare, l'ammiraglio James Clapper, già a capo dell'intelligence del Pentagono. Quando arriva alla Nsa, Clapper si porta appresso il soprannome di Godfather of Humint, per la fiducia che ripone sul «fattore umano» dello spionaggio, ovvero la presenza di agenti sul territorio. Alla Nsa raccoglie un eredità scomoda, quella di Dennis Blair, ma anche il più colossale budget che la storia umana abbia dedicato alla attività di spionaggio, trenta miliardi di dollari. Che servono alla Humint, la rete e le operazioni degli 007. Ma anche, e in misura sempre crescente, al suo contraltare tecnologico: la Sigint, l'analisi delle comunicazioni.È nell'ambito della Sigint che il predecessore di Blair, John McConnell, ha autorizzato l'avvio, a partire dal 2008, delle intercettazioni a carico dei leader europei. L'operazione viene disposta sotto l'egida della «sezione 702» della legge sulla sorveglianza internazionale, che autorizza la raccolta di conversazioni in tutto il mondo. Anche le intercettazioni a carico dei leader europei passano attraverso Prism e Upstream, i due sistemi di accesso utilizzati dalla Nsa: il primo succhia i dati direttamente alla fonte, presso le aziende di telecomunicazione, il secondo li preleva dai cavi, soprattutto sottomarini, dove sia le comunicazioni informatiche che la voce, convertita in bit, si spostano nel pianeta. Miliardi di dati, selezionati dagli analizzatori di flusso in base ai criteri più diversi: parola chiave, impronte vocali. Ma anche numeri di telefono: individuati i numeri dei telefoni in partenza, la rete di Upstream è pronta a raccogliere e individuare. È in questo modo, verosimilmente, che Nsa acchiappa le conversazioni dei leader europei. Quella di Berlusconi con Netanyau, a esempio, passa su uno dei due cavi di proprietà di Telecom e Sparkle, Med1 e Med2, che attraversano il Mediterraneo.È da Upstream che passano e approdano nei giganteschi data center della Nsa le parole di Berlusconi, della Merkel, di Netanyau, come una volta viaggiavano sulle orecchie di Echelon, il sistema di cui si favoleggia da sempre di una base anche in Puglia, e oggi quelle del suo erede, Five Eyes. Evoluzione continua, figlia dell'effetto combinato di una potenza economica illimitata e di un'ansia di controllo planetario.

E che, nell'evoluzione tecnologica, mantiene una costante: né Blair, né McDonnell, né Clapper, avrebbero ordinato quelle operazioni senza l'assenso della Casa Bianca.

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