Valeria Robecco
New York Dopo aver faticosamente chiuso la partita delle primarie, Hillary Clinton inizia la caccia all'aspirante numero due e lascia che sia Barack Obama a spianare la strada per la resa di Bernie Sanders. Ma soprattutto, incassa il pesantissimo endorsement del presidente: «Non credo ci sia mai stato nessuno altrettanto qualificato per la Casa Bianca - ha detto Obama in un video diffuso dalla campagna della Clinton -. Non vedo l'ora di scendere in campo e fare campagna per Hillary», ha precisato, congratulandosi con lei per «aver fatto la storia» come presunta candidata dem. «Onorata di averti con me, presidente», ha twittato subito dopo l'ex segretario di stato. L'appoggio ufficiale di Obama è arrivato poche ore dopo l'incontro avvenuto ieri mattina nello Studio Ovale con Sanders, il quale però, al termine del colloquio, non ha annunciato il ritiro. «Farò tutto il possibile per evitare che Donald Trump diventi presidente», ha detto il senatore del Vermont, precisando che resta in corsa per il voto di martedì nella capitale Washington DC, con cui si conclude il processo delle primarie. Anche se ha rivelato che vedrà la rivale per discutere dei possibili sforzi comuni per sconfiggere il tycoon newyorkese. Obama, ospite del Tonight Show di Jimmy Fallon, ha sottolineato che Sanders ha «portato una enorme energia e nuove idee all'interno del partito, rendendo Hillary una candidata migliore». «Ora spero che in un paio di settimane siano in grado di unire le loro forze», ha aggiunto. Intanto l'ex segretario di stato ha dato il via a una fase molto delicata, la scelta del candidato alla vicepresidenza: le servirà una figura che la aiuti a unire il partito, in vista del durissimo scontro con il rivale repubblicano. E per molti non può essere che un progressista, in modo da conquistare i voti del «popolo di Sanders», formato in gran parte da giovani, che ora la Clinton deve cercare a tutti i costi di portare dalla sua parte. Difficilmente, secondo gli analisti, si tratterà però del senatore del Vermont. C'è invece chi punta sulla senatrice Elizabeth Warren, paladina nella crociata contro gli abusi di Wall Street, per un dream ticket tutto in rosa. Ma in lizza c'è anche il giovane e carismatico ispanico Julian Castro, che potrebbe attirare consensi in stati come la Florida dove la componente dei latinos è fondamentale. E ancora il senatore dell'Ohio Sherrod Brown, 63 anni, considerato dopo Sanders e Warren la figura più prominente nell'ala liberal del partito democratico. Hillary ha poi annunciato una nuova offensiva contro Trump con l'obiettivo di smontare l'agenda economica del candidato repubblicano. «Le sue idee - ha spiegato in un'intervista - sono profondamente sbagliate e pericolosamente incoerenti».
Il re del mattone invece ha un altro successo da festeggiare: secondo i media Usa, è il candidato che ha ottenuto più voti nella storia del Grand Old Party. Lo hanno scelto 13.406.000 elettori, circa 1,4 milioni in più di quelli che votarono George W. Bush nel 2000.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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