Gli occhi su Aviano e Sigonella I timori dei nostri Servizi: "Rischi di incursioni peggiori"

Le basi Nato nel nostro Paese possibili obiettivi

Gli occhi su Aviano e Sigonella I timori dei nostri Servizi: "Rischi di incursioni peggiori"

La domanda che si fanno in queste ore gli specialisti italiani di intelligence non è «cosa?» ma «perché?». Se davvero, come affermato anche da fonti del governo di Pechino, palloni spia sono stati inviati non solo sugli Stati Uniti ma su altri quaranta paesi tra cui l'Italia, bisogna chiedersi non tanto quali fossero gli obiettivi da fotografare quanto le motivazioni che spingono la Cina, in un momento tanto delicato, con una guerra in corso in Europa, ad uscire allo scoperto con operazioni facilmente individuabili e neutralizzabili. Da questo punto di vista, l'invio dei palloni sembra costituire quello che nel gergo del settore viene chiamato un «segnale debole», una possibile avvisaglia di un pericolo più grave e più complesso.

Assai più facile capire quali potessero essere i siti di interesse per i teleobiettivi a bordo del pallone. Roba militare, solo militare. Infrastrutture «sensibili» in Italia - per fortuna o purtroppo - non ve ne sono, e quel poco che esiste può essere agevolmente censito andando a spasso per il Belpaese. Se la missione aveva anche obiettivi civili, l'ipotesi più ovvia è che l'Italia sia stata semplicemente terra di trasvolo per andare a osservare gli impianti nucleari francesi.

Se di infrastrutture civili sensibili l'Italia scarseggia, per gli impianti militari c'è l'imbarazzo della scelta. Per la sua posizione geografica e per il suo ruolo nella Alleanza Atlantica il nostro paese ospita una delle maggiori concentrazioni al mondo di alta tecnologia bellica, in parte sotto il controllo Nato e in parte nelle mani degli Stati Uniti. Sistemi d'arma di interesse strategico sono sicuramente collocati a Aviano in Friuli, a Ghedi in Lombardia, a Poggio Renatico in Romagna, a Sigonella in Sicilia. Sono basi fornite di armamento nucleare tattico e strategico, in più Sigonella è la base di partenza e di controllo dei droni da pattugliamento Global Hawk e dei droni killer Triton e Repaer. Insieme alle basi più note ne esistono numerose altre, apparentemente di secondo piano, ma che proprio per questo potrebbero ospitare armamenti più evoluti. E secondo un report del Messaggero di un anno fa ci sarebbero addirittura venti basi Nato segrete. E poi c'è la più segreta di tutte, quella di cui si parla da anni e di cui nessuno ha mai confermato l'esistenza: Echelon, nome in codice Five Eyes, la supercentrale di ascolto planetaria, una rete sotto controllo americano che in Italia farebbe ponte in Puglia.

Sono ovviamente basi blindate, dove all'aperto è fotografabile ben poco ma l'alta tecnologia di cui pare fosse dotato il pallone abbattuto dagli americani è certamente in grado di dedurre da ingombri e da rilevazioni di temperatura elementi significativi. Per non parlare delle informazioni che possono venire dal movimento delle navi nei due porti cruciali delle forze marine Nato e americane, il comando dei sommergibili e dei marines a Napoli, il comando della Sesta flotta a Gaeta.

Si dirà: non bastava il lavoro dei satelliti? Rispondono gli esperti: no, perché il pallone è in grado di volare anche al di sotto delle nuvole e di soffermarsi su un obiettivo.

Ma per capire la scelta di affidarsi ai palloni bisognerebbe prima trovare la risposta alla prima domanda, quella che in queste ore sta agitando i sonni degli 007 italiani e non solo: che cosa stanno preparando i cinesi?

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