"Oggi provo amarezza ma tutti i miei atti sono stati dimostrati pienamente legittimi". Intervista a Giovanni Toti

L'ex governatore: "Ho accettato la proposta perché prova che non ho intascato un euro"

"Oggi provo amarezza ma tutti i miei atti sono stati dimostrati pienamente legittimi". Intervista a Giovanni Toti
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Perché ha deciso di patteggiare?

«Non me la sono sentita di rifiutare la proposta della Procura che finalmente riconosce che non ho intascato un euro per mia utilità, e che tutti i soldi contestati sono stati utilizzati per la politica. Questo per me è importante, insieme a un altro riconoscimento che spazza via tante illazioni che sono state fatte: tutti gli atti contestati sono legittimi. La proroga della concessione, i tombamenti, i supermercati di Esselunga, non c'è corruzione e non ci sono atti illeciti. Genova sembrava la sentina di ogni malaffare, alla fine tutto si riduce a poca cosa, quasi a nulla».

Resta la corruzione impropria.

«Un reato confuso e labile, dai contorni sfuggenti. É difficile da provare ma è difficile anche per noi difenderci, perché non prevede che ci sia un atto illegittimo, ma si fonda su una generica contiguità con il mondo dell'impresa. Una pistola sul tavolo messa dalla politica e da una legislazione che va cambiata».

Dall'opposizione attaccano, dicono che in fondo questo patteggiamento è l'ammissione che qualcosa di illecito c'era.

«Nel nostro ordinamento il patteggiamento non è un'ammissione, non lo è mai stato. É un accordo che lascia due sentimenti contrastanti. L'amarezza di non aver perseguito fino in fondo le proprie ragioni di fronte alla certezza di vedersele riconosciute forse tra due decenni, con un calvario giudiziario lunghissimo. Ma anche la soddisfazione che ne siano state riconosciute molte altre. E poi, sarebbe stato un martirio processuale piuttosto solitario, non ho visto la politica stracciarsi le vesti o riflettere profondamente su quello che è accaduto in Liguria».

Si è sentito solo? Lei di fatto era senza un partito alle spalle.

«Doveva essere a maggior ragione il motivo per farne un momento di riflessione. La sinistra ormai ha una vocazione giustizialista. Ma il centrodestra, a parte Salvini, Nordio, gli amici dei Moderati e Crosetto, non ha reagito, non si è interrogato sul perché un'amministrazione regionale sia stata decapitata sulla base di pratiche e finanziamenti oggi riconosciuti come legittimi. Siamo stati messi sotto accusa perché avevamo un modo amichevole di trattare con il mondo delle imprese e di andare incontro ai loro bisogni, stimolando pratiche veloci? Io avrei potuto anche fare il martire, ma sul Golgota se mi giro c'è il deserto. La legge non la cambia un'aula giustizia di Toti, ma il Parlamento».

Come sta dopo tutto quello che è successo dal 7 maggio a oggi?

«Ho grande amarezza, ho dedicato 9 anni della mia vita alla regione Liguria e alla coalizione di centrodestra. Ho passato momenti molto brutti. Facevo il direttore di due telegiornali, ero un alto dirigente Mediaset. Mi sono messo a fare politica guadagnando di meno e attraversando mille difficoltà, ma abbiamo fatto crescere questa Liguria che è diventata un modello».

Qualcuno ha parlato nel suo caso di procedimento politico. Ci crede?

«Tendo a non credere ai complotti, ma credo che il modello Liguria negli anni sia stato vissuto come minaccia per un pezzo culturale del Paese, compresa la magistratura. Se ci aggiungiamo la tenaglia politico mediatica, e il mercimonio di Sos emerso dall'inchiesta di Perugia, che nel mio caso parte nel 2017 con la pubblicazione di dati sui giornali, mi viene da dire che questa storia giudiziariamente la chiudiamo qua, ma meriterà ben altri approfondimenti».

Ci potrà essere ancora spazio per la politica in futuro?

«La politica può attendere, ma mai dire mai. Ora mi prendo una pausa riflessione. Tra poco uscirà il mio libro in cui racconterò tanto di quello che abbiamo fatto e della nostra visione politica, insieme a questa pessima estate giudiziaria».

Darà un contributo alla campagna elettorale di Bucci?

«Il programma Bucci è il programma che era di Toti, abbiamo costruito insieme un pezzo importante di questa Regione,

portando quella ventata liberale che lui ha congenita e che io ho per formazione culturale. E' un amico, una persona seria e affidabile, che sa prendere decisioni e reggerne il peso. Per lui ci sarò da privato cittadino».

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