Cronache

Oggi il "sì" di Ema ad AstraZeneca. "Ma ci sono casi da approfondire"

L'autorità del farmaco darà il via libera al siero, con la necessità di ulteriori verifiche. L'Oms: è sicuro. Bruxelles: "Azienda in ritardo, avremo 70 milioni di dosi e non 180". Export, pronto lo stop

Oggi il "sì" di Ema ad AstraZeneca. "Ma ci sono casi da approfondire"

Anche il generale Francesco Paolo Figliuolo riceverà la notizia ufficiale del via libera all'uso di AstraZeneca nel primo pomeriggio, quando sarà resa pubblica la conclusione del rapporto di Ema sui decessi sospetti. E da subito il commissario straordinario per l'emergenza Covid potrà riavviare la macchina di somministrazione del contestato vaccino. Si va, infatti, verso «l'assoluzione» del vaccino anglo-svedese anche se Ema si riserverà di dare valutazioni tecniche su alcuni casi che «necessitano di ulteriori indagini». C'è stato troppo poco tempo per studiare a fondo tutto il materiale. Gli esperti di Ema sono stati letteralmente sommersi dalle carte: per analizzare i 37 casi sospetti di coaguli nel sangue nella Ue ma anche i 300 casi di eventi avversi segnalati nel resto del mondo.

Ed è stata una corsa contro il tempo visto il fortissimo pressing dei paesi Ue che suggerivano di «fare presto». E, dunque, sia pure con qualche precisazione, da oggi si potrà riprendere a somministrare il vaccino anglo-svedese. Compatibilmente con le dosi disponibili. È stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ad annunciare l'ennesimo taglio delle forniture di AstraZeneca: «Nel secondo trimestre l'azienda consegnerà all'Unione Europea 70 milioni di dosi invece dei 180 milioni che aveva contrattualmente promesso di fornire». Tagli inaccettabili tanto che Ursula medita ritorsioni immediate. «Se la situazione non cambia avverte - dovremmo riflettere se permettere esportazioni verso Stati che producono vaccini e Paesi che hanno un tasso di vaccinazione superiore al nostro» e ha ricordato che già 31 milioni di dosi sono state esportate dalla Ue verso una trentina di Paesi: «L'Ue sta facendo rispettare la cooperazione internazionale, ma la strada che percorriamo deve essere a doppio senso e garantire reciprocità». La politica, dunque, sembra stia prendendo il sopravvento sulla discussione scientifica relativa alla sicurezza del vaccino e vanta autorevoli sostenitori. Prima Ursula von Der Leyen: «Mi fido di AstraZeneca e del loro vaccino, l'Ema farà una dichiarazione domani (oggi per chi legge, ndr) e sono convinta che permetterà di chiarire la situazione». Secondo sostenitore è il premier britannico Boris Johnson che si farà vaccinare con il siero nostrano. Anche gli esperti dell'Oms tifano per il via libera. «Il numero di eventi gravi verificatisi a seguito di vaccini contro il Covid-19 è estremamente basso rispetto ai milioni di vaccinati. È importante che le campagne di vaccinazione continuino».

L'obiettivo è quello di impedire che la sfiducia della gente contro i vaccini dilaghi. Del resto, bisogna ragionare a sangue freddo e non lasciarsi travolgere dall'emotività. Se è vero che può turbare notizia la morte improvvisa di donne e uomini giovani e in buona salute, è possibile immaginare che sui grandi numeri, si debba accettare anche la casualità di un evento avverso indipendentemente dal farmaco assunto anche un minuto prima. E il messaggio di Ema, lanciato già nei giorni scorsi, era quello di non bloccare tutto per pochi decessi rilevati: «Il vaccino può continuare a essere somministrato mentre si indaga sui casi di eventi tromboembolici», avevano dichiarato i vertici.

Ma la Germania, per pochi eventi avversi, ha fatto da apripista per bloccare le somministrazioni in tutto il continente. E la situazione di eccessiva cautela dell'intera Ue, stride con la politica inglese dove le 500 morti sospette avvenute dopo la somministrazione di 24 milioni dosi effettuate non hanno destato alcun panico. Phil Bryan, capo dell'agenzia del farmaco britannica Mhra, ha più volte dichiarato che i casi di trombi non hanno superato quelli che si sarebbero verificati normalmente nella popolazione.

Mentre «i dati non confermano che il vaccino sia la causa degli eventi».

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