Oggi è San Valentino: sette motivi per detestarlo

Ristoranti pieni, menu deliranti e appuntamenti improbabili. E in tv c'è pure la Champions...

Oggi è San Valentino: sette motivi per detestarlo

Alzi la mano chi non trova San Valentino (che da questo momento chiameremo per brevità SV) la festa più insopportabile dell'anno. Perfino più del Carnevale (che spesso vi si sovrappone) con quei bambini allegri-per-forza vestiti da Fedez&Ferragni (girano, credeteci).

Vediamo poche mani alzate: una è di un venditore di cioccolatini, una è di un fioraio, quella in fondo di un gioielliere. Ah, sì: un paio di fidanzate ragionevolmente certe di ricevere un regalo luccicante, mogli quasi zero, mariti e fidanzati nessuno, che oggi c'è anche la Champions in tv e davvero al cuor non si (tele)comanda.

Abbiamo pensato alle cose che ci piacciono di SV e ne abbiamo trovata una: il fatto che a chi scrive - essendo single - non compete. Abbiamo pensato a tutte le cose che ci stanno antipatiche di SV e ne abbiamo elencate sette, ma forse prima della fine dell'articolo saranno di più.

I ristoranti. Sia chiaro, il 14 febbraio non si esce a cena se non in coppia. Metti il caso che te ne dimentichi, quella sera hai voglia di sushi e riesci perfino a trovare posto in quel ristorante con più ipsilon che camerieri (conoscete un ristorante giappo senza Y?). Ti ritroverai come un pollo di batteria in un tavolino incastrato in una sfilza di altri tavolini da due con persone che si dicono paroline dolci (tipo: ma 'sto miso si mangia con il cucchiaio?), naturalmente nei momenti in cui lui non guarda sullo smartphone che sta facendo il Real Madrid.

I menù dei ristoranti. I cuori di pasta sfoglia. Il risotto degli innamorati (con granchio, porro e mascarpone). Il filetto al pepe rosa (per innamorati anni Ottanta). Il tortino cuore caldo. Visto anche un SV veg in uno stellato ristorante milanese. Tra i piatti una crespella ai ceci che si chiama «Tutti i giorni vicini», che messa così sembra peggio dell'ergastolo.

I fiori. Sappiatelo, le rose rosse che oggi circoleranno di mano in mano, spesso acquistate frettolosamente dall'immigrato in un soprassalto di amore da semaforo, sono più immigrate dell'immigrato di cui sopra. Provengono da Kenya, Colombia, Etiopia, Uganda, Ecudor e prima di arrivare da noi passano quasi sempre per Aalsmeer, capitale olandese e mondiale dei fiori. Dire «ti amo» non è a chilometro zero.

Le mail. Dal 1° febbraio alla nostra casella di posta sono arrivate 117 missive contenenti la parola Valentino. E no, non ci scrivono né lo stilista né il motociclista.

Le ricerche sull'amore. Ci informano che calano le vendite di sex toys, che il 24 per cento degli accoppiati definisce «perfetto» il proprio partner (e non sono i vedovi, pensate) e che sposarsi a SV rende più alte le probabilità di divorzio. Imperdibili.

Quelli che tinder. Si sono conosciuti due settimane fa sulla app di dating, non sanno nemmeno l'uno il cognome dell'altra, lei ha appena scoperto perché lui ha postato una foto con il cappello e gli occhiali da sole (è pelato e strabico) e lui si chiede invece se le foto che ha potuto guardare di lei sono state scattate quando il muro di Berlino era ancora in piedi.

Eppure sono lì, due tavoli a destra del vostro, nello stesso sushi bar, a chiedere una forchetta al cameriere.

San Faustino. Poi come se non bastasse c'è il giorno dopo. Quello in cui si celebrano i single. Che quel giorno per l'unica volta nell'anno invidiano i fidanzatini.

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