Oggi tre regioni arancio. Spera anche la Lombardia

Milano ha contagi settimanali sotto quota 250, ma le terapie intensive più intasate d'Italia

Oggi tre regioni arancio. Spera anche la Lombardia

Passata la Pasqua, tre regioni possono finalmente giocare con la sorpresa trovata nell'uovo, il passaggio dalla zona rossa a quella arancione: Veneto, Marche e provincia autonoma di Trento, quasi sette milioni di italiani che ritrovano una (piccola) fetta di libertà. Restano in rosso Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d'Aosta, ovvero 35,3 milioni di italiani, la maggioranza abbondante.

Ma che cosa succederà venerdì prossimo? Quali regioni possono sperare che la cabina di regia possa scolorirle partire da lunedì 12? Delle nove regioni considerate a massimo rischio, due sono quelle con buone possibilità. Prima tra tutte c'è la Lombardia, che sta vedendo costantemente scendere il numero mobile dei contagi settimanali. Ieri il dato era 24.131, ovvero 240,65 ogni 100mila abitanti, sotto il numero di 250 considerato come livello di allarme. Solo tre settimane fa, il 16 marzo, questo dato era 330,72, ed è quindi sceso del 37,43 per cento. Quello che spinge a un po' di prudenza per quanto riguarda la prima regione italiana è il dato delle terapie intensive, ancora le più intasate in assoluto dai pazienti Covid-19: nella regione amministrata da Attilio Fontana a tutto ieri erano occupati da contagiati 858 posti sui 1.416 disponibili, con una percentuale del 60,50, la più alta in Italia, e doppia rispetto alla quota del 30 per cento considerata di allarme. La Campania invece ha entrambi i dati in zona tranquillità: 228,55 contagi settimanali ogni 100mila abitanti e il 25,65 per cento di terapie intensive occupate. Le altre sette regioni rosse sembrano fuori dai giochi, anche se l'Emilia-Romagna è poco sopra i 250 casi (253,08) e in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia i contagi stanno scendendo rapidamente. Al contrario tra le regioni arancioni iniziano a preoccupare Liguria, Sicilia e Sardegna, che presentano un trend in continua ascesa.

Interlocutori i dati del bollettino di ieri, che hanno risentito dei pochissimi tamponi fatti causa Pasqua (102.795, il numero più basso da quando nel conteggio finiscono anche i «rapidi»). I 10.680 nuovi contagi generano una percentuale del 10,39 molto alta ma secondo noi «inclassificabile». Preoccupa semmai il nuovo aumento di posti di terapia intensiva occupati: 3.737, con un aumento di 34 che è il più alto dell'ultima settimana. Va detto che il lunedì questo dato è sempre più alto rispetto al resto della settimana. Il tasso di occupazione dei reparti di emergenza è del 40,97 per cento, decisamente alto. Crescono anche i ricoverati in reparti ordinari (28.785 contro i 28.432 del giorno prima).

Capitolo decessi: ieri sono stati 296, il dato più basso dal 14 marzo. Un piccolo sorriso. Dall'inizio dell'emergenza i decessi sono stati 111.326 e i casi totali 3.678.944.

Gli attualmente positivi sono 570.096.

Va detto che anche oggi, dopo un secondo giorno pasquale, è atteso un dato più basso rispetto al martedì della settimana precedente, ciò che darà un senso di calo putroppo soltanto illusorio.

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