Oggioni davanti al gip non risponde. E adesso chiama in causa il sindaco

Era perno del sistema ma ora è stato scaricato: l'ex funzionario non vuol passare per "mela marcia"

Oggioni davanti al gip non risponde. E adesso chiama in causa il sindaco
00:00 00:00

Non ci sta a passare per «mela marcia». Giovanni Oggioni, l'ex boiardo comunale di Milano arrestato mercoledì mattina per corruzione e falso, botto finale delle inchieste che da oltre un anno la Procura porta avanti sulla gestione dell'urbanistica nel capoluogo lombardo, ieri davanti al giudice preliminare Mattia Fiorentini si avvale della facoltà di non rispondere. Le sue spiegazioni le darà quando la Procura avrà depositato per intero la miriade di carte acquisite durante le indagini e messe alla base dell'ordine di arresto. Ma intanto Oggioni prepara la sua linea difensiva. Ed è una linea che inevitabilmente chiamerà in causa le responsabilità politiche della giunta di Beppe Sala.

Il sindaco l'altro ieri ha bruscamente scaricato Oggioni, annunciando che il Comune si costituirà parte civile contro di lui. Una linea radicalmente opposta a quella seguita fino all'altro giorno nei confronti di Oggioni e degli altri funzionari comunali finiti nel mirino della Procura per le lottizzazioni miracolose avvenute in questi anni, con interventi di «ristrutturazione» che trasformavano magazzini di un piano in grattacieli di venticinque. In tutti i processi già aperti, il Comune non si è costituito parte civile e ha anzi fornito assistenza legale a proprie spese a tutti gli indagati, Oggioni compreso. Ora l'inversione di tendenza. Che verosimilmente non riguarderà solo Oggioni ma anche tutti gli alti papaveri comunali che hanno retto per anni lo Sportello unico per l'edilizia e la Commissione Paesaggio, le due strutture chiave dell'Urbanistica milanese divenute il regno della «organizzazione parallela» che decideva le sorti di tutti i progetti cari alla cricca.

Cosa sapevano, sindaco e assessori, di quello che accadeva negli uffici? Appena due giorni prima degli arresti, in una intervista Sala aveva difeso l'operato dei burocrati comunali e rivendicato la linea della «espansione verticale della città, ovvero l'aumento delle volumetrie. Cosa è cambiato? Che oltre ai reati di lottizzazione abusiva contestati finora, i pm muovono anche l'accusa di corruzione. É questa accusa a rendere indifendibile la posizione di Oggioni. Ma il potente ex capo ripartizione ha preso malissimo la reazione del sindaco.

Nella ricostruzione della Guardia di finanza, d'altronde, Oggioni non è un «cane sciolto» ma il perno di una rete che vede coinvolti una pletora di funzionari comunali, architetti, costruttori, in grado di influenza le scelte della Giunta e di sostituirsi ad esse.

Che questa rete abbia potuto impadronirsi del potere urbanistico senza che a Palazzo Marino se ne rendessero conto è per i pm difficile da credere. E per la disinvoltura con cui venivano ringraziati gli autori dei permessi facili, in Procura hanno una sola definizione: «grottesca».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica