IIn un un'intervista al magazine Fortune, Tim Cook ha difeso la popolarità dei prodotti Apple: «Non è vero che sono solo per ricchi: nel nostro portafoglio si trovano anche iPad a 300 dollari e iPhone a poco di più. Dopodiché ci sono i modelli di punta, sul quale facciamo meno ricavo che altre aziende: la tecnologia d'altronde ha un prezzo». È la risposta, arrivata ancor prima delle presentazione, a chi storce il naso per il prezzo del nuovo iPhone X: 999 dollari la base, che in Italia e in euro sarà anche ben oltre. Una tendenza ormai definita per i modelli di alta gamma (tipo il Samsung Note 8 arrivato a 999 euro). In pratica: è giusto che uno smartphone costi così tanto? La risposta scatenerà le solite polemiche tra frazioni tecnologiche, ma in effetti Cook non ha tutti i torti. Anzi. Luca Figini, direttore di Apple World, su Facebook ha lanciato una provocazione: «Ho ritrovato una fattura di mio padre del 1996 dove un Ericsson GH688 era prezzato lire 1.600.000+iva e a questo bisognava sommare il contratto telefonico Telecom di 100mila lire al mese. Come dire che la fascia alta negli ultimi 20 anni ha mantenuto un prezzo coerente, andando però ad arricchire in modo fenomenale e unico l'insieme delle funzioni messe a disposizione dai dispositivi mobili».
È vero: quel che una volta era un telefono, oggi è anche un piccolo computer (30 anni ci volevano più o meno 5 milioni per averne uno), nonché una fotocamera digitale, oltre che una tv portatile e tanto altro. Tutto in pochi pollici. E la tecnologia, appunto, costa. In più c'è il valore del brand, e l'«X» è come un gioiello: costa anche il desiderio per averlo. E dunque costa tanto, ma alla fine sicuramente non troppo. MLomb
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