 
A quasi 30 anni di distanza dall'omicidio di Nadia Cella, la segreteria 24enne uccisa nel maggio del 1996 nello studio del commercialista di Chiavari dove lavorava, la Procura di Genova chiede di condannare all'ergastolo l'ex insegnante cuneese Anna Lucia Cecere, unica imputata del processo. La pm Gabriella Dotto ha chiesto anche quattro anni per Marco Soracco, il titolare dello studio, accusato di favoreggiamento perché avrebbe saputo da subito chi era l'assassina ma non lo disse mai.
La donna, secondo l'accusa, "ha agito con lucida follia per commettere un delitto d'impeto", che si è manifestato con l'esplosione di rabbia di chi "ha sfogato sulla vittima tutta la rabbia e la frustrazione di una vita". Nessun dubbio sulla "personalità instabile" dell'imputata, che "combacia con la follia omicida". Dopo un passato difficile la Cecere, mai comparsa in processo, avrebbe avuto intenzione di sistemarsi con il commercialista, con il quale aveva un rapporto derubricato a semplice amicizia ma del quale sarebbe stata innamorata e gelosa. "Non si tratta di rivalità sul lavoro o di gelosia in senso stretto - ha detto la pm - Alla base vi è l'invidia, la frustrazione per i riconoscimenti ottenuti da Nada Cella e a lei negati". Gravissima la condotta di Soracco che avrebbe sempre mentito, garantendole per anni l'impunità. Il commercialista era stato indagato per omicidio nel 1996 e poi prosciolto due anni dopo.
Con il delitto non c'entra, ma per lui la pm ha sollecitato il massimo della pena prevista per il reato di favoreggiamento. Chiesto anche che all'imputata vengano riconosciute le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà, escludendo le attenuanti legate all'infanzia difficile.