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Ong in rivolta per la multa ai colleghi della Geo Barents

La sanzione alla nave in virtù del nuovo decreto scatena le ire di sinistra e associazioni. Boldrini: "Infamia"

Ong in rivolta per la multa ai colleghi della Geo Barents

Riuscirà il governo nell'intento di regolamentare i flussi migratori che stanno flagellando l'Italia? Da inizio anno sono sbarcati 14.104 migranti, numeri spaventosi, specie se confrontati con quelli dello stesso periodo del 2022, quando erano sbarcati 5.345, e del 2021 con 4.304 arrivi.

Si parte dalla stretta sulle Ong, ormai legge, che ha già portato a una prima sanzione alla Geo Barents di «Medici senza frontiere» per irregolarità riscontrate nello sbarco del 17 febbraio ad Ancona di 48 migranti. E hanno già scatenato le polemiche il fermo amministrativo di 20 giorni e la multa da 2 a 10mila euro che sarà decisa dal prefetto in quanto la capitaneria di Porto contesta alla nave di non aver fornito tutte le informazioni richieste. Msf «sta valutando la legittimità della misura e eventuali azioni legali da intraprendere». «Mai prima di questa occasione dice - era stato richiesto a Geo Barents la condivisione dei dati Vdr (Voyage Data Recorder) e il comando nave ha sempre fornito tutte le altre informazioni relative alla missione (come il diario di bordo)». Spiega poi che «i dati VDR hanno lo scopo di fornire informazioni riguardanti la posizione, il movimento, lo stato fisico, il comando e il controllo di una nave nel periodo che precede e segue un incidente marittimo, e il soccorso dei 48 naufraghi non rientra in questa casistica». Le Ong incassano la solidarietà della finora silente Laura Boldrini che la butta sul vittimismo: «Puniti per aver fatto soccorsi in mare e salvato la vita di decine di persone». Per lei la nuova legge è «un'infamia». Le fa da contraltare il leader della Lega, Matteo Salvini: «Ci sono organizzazioni che salvano vite e altre che lucrano sugli esseri umani, traghettandoli tra Africa ed Europa». E ancora: «Bene il decreto Ong, dopo anni di sinistra e porti spalancati l'Italia non può e non deve più essere l'unico punto di approdo degli immigrati». Il sottosegretario all'Interno, il leghista Nicola Molteni, dice che l'obiettivo è «regolarizzare l'attività di soccorso in mare». «Siamo l'unico Paese che fa soccorsi in mare» prosegue ma «la difesa dei confini è una prerogativa dello Stato». Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fdi nelle commissioni Esteri e Difesa del Senato, dice che «Fdi si pone l'obiettivo di fermare le partenze e interrompere il business dei trafficanti». Per Emergency la conversione in legge del decreto è un «ulteriore ostacolo per la sopravvivenza dei migranti». Intanto si continua a sbarcare a Lampedusa, Pozzallo, Portopalo. Per le motovedette di Guardia di finanza e guardia costiera è un andirivieni dal porto al mare e viceversa per prestare soccorso. La macchina dell'accoglienza, in sofferenza, continua ad accogliere come meglio può.

L'hotspot di Lampedusa, se anche alleggerito dai trasferimenti di migranti in altri centri, con 1450 ospiti deve fare i conti con la pulizia straordinaria. Anche nella notte tra giovedì e ieri qui sono sbarcati migranti. Altri ne sono arrivati a Pozzallo. Prima 38, poi 34, poi 28. Nell'hotspot della città iblea ci sono anche quelli provenienti da Lampedusa. Altro sbarco da Ong ieri sera. La Aita Mari, della spagnola Salvamento Maritimo Humanitario, è approdata ad Ortona, in Abruzzo, per lo sbarco dei 40 migranti a bordo. Saranno trasferiti in strutture presenti nelle province abruzzesi, secondo il piano redatto dalla prefettura di Chieti.

Gli sbarchi sarebbero stati ancora più numerosi senza gli interventi della Guardia costiera tunisina che ha bloccato 7 operazioni di migrazione irregolare, soccorrendo 179 persone (50 tunisini e 129 dell'Africa subsahariana) su natanti in difficoltà.

Il portavoce della Guardia nazionale tunisina su Facebook ha informato che unità della Guardia nazionale hanno sventato «21 attraversamenti illegali del confine algerino tunisino» arrestando 122 persone di Paesi dell'Africa subsahariana entrate irregolarmente in Tunisia dall'Algeria.

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