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Onu e Ue, solito coro contro Israele

Indagine sulle uccisioni. Gerusalemme rincara: «Colpiremo Hamas dentro la Striscia»

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Le violenze suscitate da Hamas al confine con la Striscia di Gaza «sono state una deliberata provocazione», ma se continueranno, Israele estenderà la sua risposta, per colpire i miliziani di Hamas che vi sono dietro. È l'avvertimento lanciato dal generale Ronen Manelis, portavoce dell'esercito israeliano citato dalla stampa locale, all'indomani degli scontri che hanno provocato la morte di 16 palestinesi e il ferimento di quasi 1.500 persone. Manelis ha sottolineato come finora i militari di Israele si sono limitati a puntare coloro che tentavano di violare il confine, ma se gli attacchi dovessero continuare, andranno oltre, colpendo i miliziani «anche in altri luoghi».

Ieri al confine è stata una giornata di relativa calma se confrontata con la violenta giornata precedente, anche se erano migliaia i palestinesi presenti per manifestare. Gli scontri sono stati sporadici e limitati, con un bilancio di sei palestinesi feriti e una trentina di intossicati dai gas lacrimogeni lanciati dai militari israeliani. A Gaza e in altre località della Striscia, contemporaneamente, si svolgevano i funerali delle vittime degli scontri di venerdì. Migliaia di persone hanno partecipato gridando slogan minacciosi all'indirizzo degli israeliani.

L'Unione Europea, per bocca di Federica Mogherini che ne è l'Alto rappresentante per la politica estera, ha chiesto un'inchiesta indipendente sull'uso di munizioni vere contro manifestanti palestinesi. «Mentre Israele ha il diritto di proteggere i suoi confini, l'uso della forza deve essere proporzionato in ogni momento. La libertà di espressione e di assemblea sono diritti fondamentali che vanno rispettati», si legge in una nota firmata dalla Mogherini. «Un ritorno immediato alla calma è essenziale - si legge ancora nella nota -. Tutti coloro che sono coinvolti hanno bisogno di esercitare moderazione ed evitare ulteriori escalation violente e ogni atto che possa mettere in pericolo i civili».

E mentre anche le Nazioni Unite chiedono un'indagine sui fatti, il premier israeliano Benjamin Netanyahu elogia le truppe per

avere «protetto i confini del Paese». «Ai nostri soldati dico: ottimo lavoro», ha dichiarato, aggiungendo che «Israele agisce con vigore e determinazione per proteggere la sua sovranità e la sicurezza dei suoi cittadini».

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