Onu-Israele, guerra sulla carestia. "Usata come arma". "Menzogne"

Scontro tra Nazioni Unite e Stato ebraico sulla carenza di cibo nella Striscia: «Un quarto della popolazione a grave rischio». Bibi: «I soli affamati sono gli ostaggi»

Onu-Israele, guerra sulla carestia. "Usata come arma". "Menzogne"
00:00 00:00

I risultati di una metodologia usata da Nazioni Unite e organizzazioni internazionali per misurare l'"allarme fame" parlano chiaro: Gaza è nella morsa di una "carestia provocata dall'uomo" conseguente al blocco degli aiuti umanitari imposto dall'esercito israeliani. E le vite di 132mila bimbi sotto i cinque anni sono a rischio a causa della malnutrizione. Ma per il premier israeliano Benjamin Netanyahu quelle conclusioni sono semplicemente una "plateale menzogna". "A Gaza - sostiene il premier - gli unici a venir intenzionalmente affamati sono gli ostaggi israeliani". Considerazione condivisa dai funzionari del suo governo secondo i quali "non c'è carestia a Gaza" e il rapporto è costruito "usando le bugie di Hamas riciclate tramite organizzazioni assai interessate".

A innescare il nuovo capitolo della "guerra sulla fame" nella Striscia è un rapporto dell'Ipc (Integrated Food Security Phase Classification - Classificazione Integrata delle Fasi di sicurezza Alimentare) il sistema standardizzato realizzato con il contributo di Onu, governi e Ong usato a livello globale per classificare la gravità dell'insicurezza alimentare. Secondo il rapporto, reso pubblico ieri, almeno 514mila palestinesi - cioè un quarto della popolazione della Striscia - subisce la carestia. E il numero è destinato a superare quota 641mila entro la fine di settembre. Numeri che spingono il Commissario Onu per i Diritti Umani Volker Turk a lanciare un nuovo monito ad Israele ricordando che "usare la fame come arma è un crimine di guerra". Stando al rapporto dell'Ipc gli oltre 500mila abitanti della Striscia esposti a livelli di fame "catastrofici" rischiano la morte per malnutrizione. In base agli standard adottati dall'Ipc una regione è colpita da carestia quando almeno un quinto della popolazione affronta una mancanza estrema di cibo, un bambino su tre soffre forme acute di malnutrizione e due persone su diecimila muoiono quotidianamente a causa della mancanza di alimenti.

Il rapporto Ipc sottolinea come la situazione di "estrema mancanza di cibo" sia stata innescata dal totale blocco degli aiuti alimentari imposto dal governo israeliano dai primi di marzo a metà maggio. Un blocco "accompagnato dal collasso della produzione di cibo locale".

Almeno 280mila dei palestinesi colpiti dalla carestia si troverebbe tra le rovine di Gaza City ovvero nella zona su cui si sta per abbattere la nuova offensiva dell'esercito israeliano per la totale occupazione della Striscia. "Le porte dell'inferno si apriranno presto sugli assassini e gli stupratori di Hamas a Gaza, se non accetteranno le condizioni di Israele per porre fine alla guerra, a partire dal rilascio di tutti gli ostaggi e dal disarmo", sottolineava ieri il ministro della Difesa Israel Katz.

Per i responsabili del Cogat, l'unità della Difesa israeliana responsabile del coordinamento delle politiche civili nei territori occupati, il rapporto Ipc è semplicemente un "falso basato su dati parziali e faziosi" inquinato da "informazioni superficiali provenienti da Hamas".

Per il capo del Cogat generale Ghassan Alian il documento invece di "fornire una valutazione professionale, neutrale e responsabile adotta un approccio di parte pieno gravi imperfezioni metodologiche che ne minano la credibilità".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica