Open Arms, Salvini alla guerra «Scordatevi di sbarcare da noi»

Il ministro blocca l'imbarcazione con 59 migranti recuperati in acque libiche. La nave andrà in Spagna

I tre fronti della guerra agli sbarchi di Matteo Salvini. Due esterni: uno contro le Ong e l'altro contro i governi, di Malta prima di tutto e anche di Francia e Spagna. Ma è il terzo fronte il più pericoloso perché interno alla maggioranza dove lo scontro più evidente è quello con il presidente della Camera, Roberto Fico, che non è il solo a pensare che il vicepremier stia superando i limiti del suo ruolo. A sostegno di Salvini però interviene l'altro vicepremier, Luigi Di Maio che mette a tacere Fico. «Il governo non ha chiuso i porti ma c'è stata una chiusura nei confronti delle Ong che non si attengono alle regole - dice il ministro del Lavoro - Il governo rispetta l'opinione del presidente della Camera, anche se non rispecchia la linea dell'esecutivo». Insomma se deve scegliere tra Salvini e Fico, Di Maio molla il secondo.

«Scordatevi di arrivare in un porto italiano», dice Salvini che dunque non arretra di un millimetro e lancia il suo avvertimento alle Ong. Per il ministro dell'Interno le navi delle Ong possono pure cancellare dalle loro mappe le coste italiane perché i possibili approdi aperti fino a ieri d'ora in poi resteranno chiusi. Salvini non vacilla neppure di fronte alle pesantissime accuse che la Open Arms ha rivolto al governo italiano e a quello libico, ovvero di avere sulla coscienza il naufragio di un gommone con oltre cento persone a bordo avvenuto due giorni fa in acque libiche. Già recuperati i corpicini di tre vittime, tutti bambini, e 16 superstiti. Gli altri sono al momento tutti dispersi. La Ong spagnola rimprovera sia alla Guardia Costiera italiana sia a quella libica di aver ignorato l'appello della Open Arms che voleva soccorrere il gommone, impedendo di fatto il salvataggio. Chiamata in causa la Guardia Costiera respinge le accuse con una nota ufficiale: «L'evento Sar per il quale risultano dispersi circa 100 migranti è accaduto in acque territoriali libiche e non ha visto in alcun modo il coinvolgimento della Centrale operativa della Guardia costiera di Roma». La Ong spagnola ieri ha inoltre soccorso in acque libiche 59 migranti e ora è diretta verso la Spagna, dopo la chiusura di Roma: sarà Barcellona ad accogliere la nave, su offerta della sindaca della città catalana, Ada Colau.

E la guerra alle Ong che Salvini ha intrapreso lo costringe a combattere su più fronti, compreso quello interno con Fico che ha ribadito che i porti non dovrebbero essere chiusi per le Ong. Affermazione che Salvini liquida come «opinione personale» aggiungendo che il governo vuole «limitare le partenze per ridurre il numero dei morti perché più disperati partono e più disperati muoiono».

Ma anche all'interno dell'esecutivo emergono divergenze: la posizione del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, non è sovrapponibile a quella di Salvini. Toninelli si è mostrato cauto rispetto alla possibilità di un blocco totale dei porti attraverso un provvedimento ad hoc, smentendo anche di aver mai dato «ordine alla Guardia Costiera di non intervenire in mare per soccorrere una nave delle Ong che operi nel Mediterraneo».

Altro fronte caldissimo è quello con il governo maltese. Ieri il vicepremier leghista ha ribadito sul suo profilo Facebook che rispetto per la nave della Ong spagnola «il porto più vicino è Malta». Immediata la dura replica del governo maltese.

Il ministro dell'Interno Michael Farrugia, sostiene che «l'intervento è accaduto in area Sar libica tra Libia e Lampedusa, Italia», accusando Salvini di «diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza ragione».

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