Cronache

Open, cade la prima testa. Il pm Creazzo trasferito da Firenze alla Calabria

Il procuratore lascia l'incarico dopo le accuse (e la denuncia) di Renzi: è un passo indietro

Open, cade la prima testa. Il pm Creazzo trasferito da Firenze alla Calabria

Fuori uno. Il pool di magistrati da cui Matteo Renzi si sente accerchiato, e contro i quali ha deciso di passare alle vie legali, perde un primo pezzo. Ed è il pezzo più autorevole: Giuseppe Creazzo, il procuratore della Repubblica di Firenze che insieme a due pm ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio dell'ex presidente del Consiglio per i finanziamenti illeciti alla fondazione Open. Il prossimo 4 aprile, quando il leader di Italia Viva e i suoi nove coimputati dovranno comparire davanti al giudice preliminare di Firenze Sara Farini, chiamata a valutare la richiesta della Procura, Creazzo starà già facendo le valigie. Il suo nuovo ufficio, a mille chilometri di distanza, è un posto da semplice sostituto alla Procura dei minorenni di Reggio Calabria.

Non esattamente un passo avanti, per il titolare di una delle Procure più importanti d'Italia. Formalmente, a chiedere il trasferimento è stato lo stesso Creazzo. Ma è difficile non cogliere l'amarezza e il logoramento scaturiti dalle due grane che hanno investito in contemporanea il magistrato. Perché prima ancora di venire accusato da Renzi di avere violato una serie di regole nell'indagine su Open, Creazzo aveva dovuto discolparsi da un'accusa ben più imbarazzante che gli veniva dall'interno della sua categoria: quella di avere pesantemente molestato Alessia Sinatra, pm palermitano, in un albergo romano dopo una riunione dell'Associazione magistrati. Creazzo era finito sotto procedimento disciplinare, se l'era cavata con una pena modica (due mesi di perdita di anzianità) ma il Csm aveva ritenuto provate le accuse della Sinatra. Le mani sulla collega Creazzo le aveva allungate davvero.

Come era inevitabile, i guai disciplinari di Creazzo avevano fatto irruzione nel processo Open, con Matteo Renzi che aveva sottolineato più volte come il suo grande accusatore fosse un magistrato con un discutibile rapporto con l'altro sesso. Ora l'uscita di scena del procuratore disinnesca (forse) almeno questo fronte dello scontro Renzi-giudici. Creazzo avrebbe comunque lasciato la carica il prossimo giugno, alla scadenza del mandato, ma avrebbe potuto scegliere di restare a Firenze. Invece ha giocato d'anticipo, e ha chiesto di tornare in Calabria dove ha fatto buona parte della sua carriera. E al Csm, dove non vedevano l'ora di risolvere la grana, accolgono la sua richiesta con procedura d'urgenza. A meno che il ministro Cartabia non decida di accelerare il trasloco, il 4 aprile Creazzo sarà fisicamente ancora a Firenze, ma con un piede già fuori dalla Procura.

L'indagine contro Matteo Renzi non rimane orfana, perché in campo ci sono ancora il procuratore aggiunto Luca Turco e il pm Antonino Nastasi. Ma anche loro sono nel mirino della denuncia per abuso d'ufficio firmata dall'ex premier, anche se la Procura di Genova ha curiosamente rubricato il fascicolo «contro ignoti» mentre è piuttosto chiaro con chi ce l'avesse Renzi. E sull'intero terzetto Creazzo-Turco-Nastasi pende l'accusa di avere intercettato illecitamente Renzi, che il Senato l'altro giorno ha fatto propria chiedendo un pronunciamento della Corte Costituzionale.

Insomma, Creazzo se ne va al momento giusto.

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